sabato 13 agosto 2011

Boccaccia mia, statti zitta! a cura di Provolino





Negli ultimi tempi ben quattro lettrici mi hanno suggerito di non raccogliere più certe gratuite (e anonime) provocazioni che tendono ad appesantire i contenuti del blog, ritenendo - non senza ragione - che ogni mia risposta trasmetta ulteriore verve ai contestatori, alimentando così un ciclo di polemiche che si sta rivelando fin troppo lungo e noioso.



E, tuttavia, devo pur dare una minima replica all'ultimo commento anonimo di cui sono stato destinatario, e di cui ardisco condividere un ampio stralcio con i lettori: "fattene una ragione: sei vecchio, sono vecchie le tue battute, sono vecchi i tuoi riferimenti (quella assurda canzone della Torpedo blu con la donna che attende l'accompagnatore indossando una maxigonna e tenendo in mano l'accendisigari: che pena!), è vecchio il tuo cuore senza affetto che guarda con invidia a quella educatrice che tanto detesti perché è stata ringiovanita dall'amore, spesso è vecchio anche chi ti legge. Quanto pensi di poter andare avanti nello sforzo di inventarti (per modo di dire) tre post al giorno (che poi soltanto i lettori superficiali non capiscono che scrivi sempre le stesse cose pur ricorrendo a forme espressive diverse, giusto per confondere un po' le idee)? Ti lascio con un consiglio da amica, anche se tua amica non lo sarò mai: ritirati e fatti una serena vecchiaia, perché non puoi avere altro obiettivo nella vita".


Ed ecco, di seguito, la replica che mi scaturisce da cotanto anonimo commento: mi arrendo all'evidenza dell'anagrafe e, giacché la senilità incombente sta contaminando la qualità dei miei post rendendoli quanto mai ripetitivi, appalto una parte del blog a qualche personaggio capace di rinvigorirlo e di coadiuvarmi adeguatamente nel prosieguo di questa opera dissacratoria, con la speranza di aderire, in tal guisa, sia ai rilievi che mi sono stati mossi dalle quattro lettrici che alle esigenze dell'anonima avversatrice.
  
Il mio primo collaboratore, appositamente precettato dall'oblio del quinquennio 1968 - 1972, è il mitico Provolino, l'irriverente pupazzo che non riusciva a resistere all'impulso di commentare un certo tipo di attualità con tutte le cattiverie che gli passavano per la mente, salvo pentirsene un secondo dopo averle pronunciate (e da qui il tormentone, nonché il titolo di questa nuova etichetta: "Boccaccia mia, statti zitta!"). D'ora in avanti sarà proprio Provolino a rispondere - da par suo - a tutti i miei contestatori, per cui quella che segue sarà l'ultima cattiveria scritta da me personalmente (con quel residuo di ironia che mi rimane).

Secondo la nostra anonima lettrice, la maxigonna è simbolo di vecchiume: presumo, dunque, che non le farà piacere apprendere che, poche sere addietro, l'educatrice ringiovanita cui fa esplicito riferimento, passeggiava sul lungomare con indosso una maxigonna a fiori. Anche se, personalmente, più che una maxigonna a fiori, a noi sembrava un sipario scippato dal palco dell'ultimo Festival di Sanremo.

E ora la parola a Provolino!



Un'educatrice di Azione Cattolica del Loreto ha reso noto di aver trascorso una bellissima mattinata estiva su una spiaggia solitaria. Considerazione assolutamente relativa: qualsiasi spiaggia, non appena codesta signorina si mette in costume, diventa immediatamente solitaria!
Boccaccia mia, statti zitta!

  

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