Hit Parade 50, ovvero come cambia la musica da un decennio all'altro
Nella settimana dal 27/01 al 02/02/1973, si registra - innanzitutto - una piacevole anomalia che avrà ben poche repliche in futuro: i singoli che compongono la top ten sono tutti italiani; in secondo luogo, il podio della classifica subisce qualche scossone non da poco: in vetta arriva Lucio Battisti con Il mio canto libero, a scapito di Claudio Baglioni che retrocede in seconda posizione con Questo piccolo grande amore. Il terzo posto, invece, sempre grazie all'effetto Canzonissima di cui abbiamo discettato la scorsa settimana, è preda di Massimo Ranieri con la canzone vincente della celebre (all'epoca) manifestazione canora, ossia la sempreverde Erba di casa mia.
Passiamo adesso a qualche piccola curiosità intorno a questo pezzo, ingegnosamente (e furbescamente) costruito per essere valorizzato dalle qualità canore del buon Massimo Ranieri (che all'anagrafe fa Giovanni Calone) da un trio di tutto rispetto nell'ambito della nostra musica leggera: Totò Savio, Giancarlo Bigazzi ed Enrico Polito. Ci soffermeremo brevemente, però, soltanto su quest'ultimo, perché - cosa ancora ignota ai più - era un nostro concittadino, anche se, all'epoca (moti di Reggio e conseguenti negativi riflessi d'immagine), forse si curava di non divulgarlo troppo. Eccellente pianista (accompagnò per diverso tempo il grande Domenico Modugno), fu il vero scopritore di Massimo Ranieri (designandone anche il nome d'arte) e ne seguì a lungo la carriera musicale, diventandone un autentico punto di riferimento: inattaccabile sotto il profilo artistico ma decisamente più discutibile da un punto di vista umano (come, per esempio, nella gestione della involontaria paternità del Ranieri medesimo). Fu autore di altre celebri canzoni (ci limitiamo a ricordare Rose Rosse e Vent'anni per lo stesso Massimo Ranieri, Come te non c'è nessuno per Rita Pavone e Cercami per Ornella Vanoni) e negli ultimi anni di attività si limitò in prevalenza a curare le colonne sonore di alcuni sceneggiati televisivi. Morì nel Marzo del 1998 e, dopo un paio di mesi circa, la giunta comunale di Reggio Calabria guidata dal prof. Italo Falcomatà indisse una serata in suo onore in quel di Piazza Camagna: vi parteciparono, a costi decisamente contenuti, svariati artisti (reggini e non) che omaggiarono il musicista scomparso eseguendo le sue composizioni musicali più celebri. Che differenza (anche di sensibilità) con le giunte comunali successive, che avrebbero portato in riva allo stretto (e a costi quasi centuplicati) Lele Mora e i suoi mediocri patrocinati...
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