Radio Dedica
In questi ultimi tempi, le più eminenti personalità culturali (e non) del Paese hanno fatto a gara per ricordare Giorgio Gaber a dieci anni dalla scomparsa. E solo quattro gatti (ma forse neanche due) hanno commemorato Stefano Rosso, che, coevo di Rino Gaetano, vantò analoghe capacità profetiche, sebbene molto meno conosciute. Pertanto, in questi giorni, sperando in un favorevole riscontro da parte dei nostri utenti, abbiamo dedicato una breve rassegna alle produzioni di Stefano Rosso, abbinando una delle sue canzoni a ben precisi personaggi del Loreto.
Il pezzo selezionato oggi, a chiusura di questa nostra iniziativa, è Reichiana, titolo un po' complicato e che, probabilmente, è stato un freno per una diffusione più ampia di questa bellissima canzone (negli anni '70, generalmente, certi titoli erano attrattivi per una ristrettissima elite, mentre l'acquirente medio di dischi preferiva orientarsi su altre proposte). Dalle nostre ricerche dell'epoca (ci riferiamo, ovviamente, a periodi storici in cui non c'era il supporto di Internet e, volendo approfondire determinati argomenti, era necessario consultare l'enciclopedia), ricordiamo di avere appreso (e ci si perdoni, comunque, l'approssimazione delle spiegazioni, giacché siamo profani della materia) che l'analisi reichiana (cosiddetta per le ricerche condotte da Reich, allievo di Freud) studia il carattere inteso come resistenza alla naturalezza delle emozioni, per cui quanto più si destruttura tale corazza, tanto più sarà possibile vivere sottraendosi alla cappa delle più varie inibizioni (specialmente quelle che possono derivare da religioni, ideologie, ecc.) le quali, oltre a forgiarci quasi innaturalmente a livello caratteriale, possono ripercuotersi negativamente anche sulla nostra fisicità (per esempio: chi ha un carattere rigido, spesso è rigido anche nel corpo, nelle emozioni e nel modo di pensare).
Il pezzo selezionato oggi, a chiusura di questa nostra iniziativa, è Reichiana, titolo un po' complicato e che, probabilmente, è stato un freno per una diffusione più ampia di questa bellissima canzone (negli anni '70, generalmente, certi titoli erano attrattivi per una ristrettissima elite, mentre l'acquirente medio di dischi preferiva orientarsi su altre proposte). Dalle nostre ricerche dell'epoca (ci riferiamo, ovviamente, a periodi storici in cui non c'era il supporto di Internet e, volendo approfondire determinati argomenti, era necessario consultare l'enciclopedia), ricordiamo di avere appreso (e ci si perdoni, comunque, l'approssimazione delle spiegazioni, giacché siamo profani della materia) che l'analisi reichiana (cosiddetta per le ricerche condotte da Reich, allievo di Freud) studia il carattere inteso come resistenza alla naturalezza delle emozioni, per cui quanto più si destruttura tale corazza, tanto più sarà possibile vivere sottraendosi alla cappa delle più varie inibizioni (specialmente quelle che possono derivare da religioni, ideologie, ecc.) le quali, oltre a forgiarci quasi innaturalmente a livello caratteriale, possono ripercuotersi negativamente anche sulla nostra fisicità (per esempio: chi ha un carattere rigido, spesso è rigido anche nel corpo, nelle emozioni e nel modo di pensare).
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