La versione del Loreto
Probabilmente è vero che i poeti contemporanei sono qualitativamente al di sotto di quelli classici, ma è altrettanto certo che entrambe le categorie hanno tratto le loro migliori ispirazioni da quegli aspetti della vita immodificabili nel tempo. Ve lo dimostreremo tramite questa etichetta, mettendo a confronto proprio le produzioni dei poeti classici e quelle dei vari poeti contemporanei concentrati nella zona Loreto in Reggio di Calabria.
T'amo pio bove (di Giosuè Carducci, poeta nato nel 1835 e morto nel 1907)
T'amo pio bove; e mite un sentimento
di vigore e di pace al cor m'infondi,
o che solenne come un monumento
tu guardi i campi liberi e fecondi,
o che al giogo, inchinandoti contento,
l'agil opra de l'uom grave secondi:
ei t'esorta e ti punge, e tu co 'l lento
giro de pazienti occhi rispondi.
E del grave occhio glauco entro l'austera
dolcezza si rispecchia ampio e quieto
il divino del pian silenzio verde.
T'amo pio Bova (di Paolo Cappucci, barman e poeta contemporaneo del Loreto, che, per palese invidia, non disdegna di manifestare in rima tutto il suo malumore per l'ammirazione manifestata dalle donne nei confronti degli attori prestanti, non celando, peraltro, la propria personale soddisfazione allorquando le ammiratrici acquisiscono coscienza che il loro sogno d'amore è irrealizzabile)
Ogni donna ha un desiderio
che nell'animo suo cova:
di trovare refrigerio
fra le braccia di Raoul Bova.
Ma poi accetta, spesso a stento,
quello che passa il convento.
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