domenica 26 marzo 2017

Vincenzi nel mondo


Eccoci alla seconda puntata di questa nuova rubrica, che si propone di smentire quanti ritengano che Vincenzo (nella foto), residente nel noto quartiere del Loreto in Reggio di Calabria, sia un soggetto unico al mondo: in realtà, invece, Vincenzo è un elemento raro, del quale è possibile reperire altri deprecabili omologhi (o, se vogliamo, altri "Vincenzi"), esplorando con curiosa attenzione certe strade del web.

La palma di "Vincenzo della settimana" spetta, curiosamente, a un suo concittadino, del quale non declineremo i dati anagrafici, protagonista della vicenda che si illustrerà qui di seguito.

Tale soggetto giocava una scommessa sulle partite di calcio della Serie B italiana, riuscendo clamorosamente a centrare tutti i pronostici, tanto da ritrovarsi, a fronte di una puntata di soli 2 Euro, vincitore di oltre 1.800 Euro. Succedeva, però, che mentre lo scommettitore si dimenava in scomposte esultanze, il suo cane, innaturalmente attratto dall'odore della carta chimica, si mangiava la bolletta vincente. E da qui cominciavano i tormenti dello sfortunato giocatore: qualora il cane fosse riuscito a "espellere" la bolletta vincente per le intuibili vie naturali preposte all'uopo, lui avrebbe potuto incassarla? Il titolare della ricevitoria gli precisava che la cosa più importante era l'integrità del codice della giocata, digitando il quale è sempre possibile pagare la scommessa vinta senza passare la relativa bolletta al terminale. E allora via alle consultazioni con uno stimato veterinario della città, il quale esplicitava allo scommettitore che la defecazione dei cani non segue i ritmi di quella umana, per cui un corpo estraneo ingerito il Sabato, può essere espulso anche Martedì o Mercoledì. Inoltre, affinché la bolletta fosse eventualmente "restuita" nella forma più integra possibile, consigliava di far seguire al cane una dieta a base di crocchette, le quali comportano, generalmente, la produzione di scorie azotate abbastanza solide.

Due considerazioni possiamo trarre da questa bizzarra vicenda:

1) la vita è davvero una ruota, per cui quel 90% di reggini che porta i cani a fare i bisogni senza dotarsi di paletta e sacchetto, potrebbe pagare dazio ritrovandosi, un giorno, a rovistare nel prodotto interno lordo delle proprie bestiole;

2) la vincita al gioco rimane, fondamentalmente, una questione di sedere.

E buon Vincenzo a tutti!

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