venerdì 2 giugno 2017

Robot

Cinquecento anni dopo la rivoluzione protestante di Martin Lutero, nella città di Wittenberg la tecnologia coadiuva la tradizione e lancia un robot - prete (v. foto in alto) che benedice in cinque lingue. Personalmente, non disdegneremmo una replica dell'esperimento anche in ambito cattolico: il robot, infatti, oltre a bypassare certi imbarazzanti e irrisolti problemi storici del clero quali, per esempio, pedofilia e tresche amorose (omo o etero che siano), a differenza dei preti veri (e seri) concederebbe, senza sforzi o travagli di coscienza, le benedizioni richieste da quel cattolico medio (da non confondere col cattolico serio) speranzoso o convinto che sia sufficiente prendere parte alla funzione religiosa festiva (facendo parte dell'assemblea o cantando nel coro o servendo messa) per compensare la propria cattiva condotta e ogni qualsivoglia deroga ai sani principi del Vangelo (che è stato, è e rimarrà la più valida pietra di paragone per ogni coscienza). Poi, volendo perfezionare il rito automatizzato, al prete - robot potrebbe essere affiancato un ministrante come Vincenzo (foto in basso).

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