Somiglianze
Ieri, durante la pausa pranzo, ho avuto come vicina di tavolo una sosia della Giorgia Meloni pre lifting estivo (v. foto), accompagnata da due uomini più giovani che davano l'idea di esangui suoi valletti. Preciso che la somiglianza si estendeva anche al fisico, alla gestualità e finanche al taglio e al colore dei capelli ma decisamente meno, invece, all'apprezzabile proprietà di linguaggio e a una cadenza parlata che raramente tradiva l'autoctona scaturigine. Comunque, anche lei, come ampiamente suffragato dal completo a tinta quasi unita da donna in carriera e da una retorica pregna di astrazioni aziendali, dava la netta idea di essere leader di qualcosa, non so se nel settore pubblico o in quello privato, e i suoi commensali le si approcciavano in modo tale che il brodo della sua magniloquenza professionale si riversasse integralmente nella teorica scodella delle loro orecchie. Ovviamente, l'incredibile somiglianza con la (o il?) presidente del consiglio pro tempore (mala tempora currunt), veniva rilevata da tutti gli avventori che passavano accanto al suo tavolo. A un certo punto, infastidita dall'inflazione di sguardi, la sosia ha chiesto ai suoi due commensali: "Ma che cosa ho oggi, che mi guardano tutti?" e quello che, fra i due, era probabilmente il primo titolato a intervenire, rispondeva: "Niente, dottoressa: lei è ben curata ed elegante come sempre ed è normale che venga ammirata". Il secondo commensale, a sua volta, rafforzava pateticamente il concetto del primo: "Sì, è normale". A modesto parere dello scrivente, invece, di normale non c'era proprio nulla: in un contesto esclusivo di qualsivoglia subordinazione gerarchica, i due commensali avrebbero fatto sicuramente notare alla dottoressa la straordinaria somiglianza con la Giorgia Meloni pre lifting estivo, talmente sovraesposta in tutti i media da rendere inimmaginabile un mancato fisiologico accostamento alla medesima, mentre la piaggeria, purtroppo, procede per strade tutte sue che non sempre portano a Roma.
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