Sogni sauri proibiti - Carole André
Certe volte, fra me e me,
penso a Carole André!
La sinuosa sua figura
pria mi rende un po’ irrequieto;
poscia trovo la mia cura
nella piazza del Loreto,
il cui muliebre vivaio
non mi dà momenti intensi,
e in un amen (o forse un paio)
mi si placan tutti i sensi...
Etichette: Sogni sauri proibiti
30 Commenti:
Per il sessantesimo compleanno della perla(caduto a marzo)avrei contattato volentieri il mio cantautore preferito,se non si fosse convertito al sitar ed alle estasi da cortina d'inverno;quindi mi devo arrangiare denovo con
l'hit organ bontempi,quello prestatole per le riprese,Bedi rammenterà l'impegno.D'un fascino
liberticida,la perla saprà mietere consensi antinostalgici,in quel di Cinecittà,dove ormai soltanto paragnostici planano,in cerca di ganci in mezzo al cielo,sostiene Berlusca.
Aggirarsi per set smantellati,riecheggianti l'armonia nascosta tra Betty e W.Holden,o passare il palmo sul grano dei campi ambrosiani
a caccia del leone scappato da Scott.
Ecco l'inutilità della Basaglia,alla quale è indirizzata questa mela,e questo sito mi pare.
Te la vedi,direttore,la perla,con un faldone sottobraccio a discorrere alla coffee machine,
in un pomeriggio di mezza estate,con un direttore di produzione?O a insufflare gioia di vivere all'elefante di Fellini?
No,la perla vaga ormai folle per i musei in cerca d'una guida che,di capolavoro in capolavoro la conduca in pensione;la pensione più abbordabile di-poniamo-Venezia,a morir di pancreatite giù dai Celi,ancorata al terrazzino.
Anche una perla - oltre a un diamante - può essere per sempre: per me e tanti miei coetanei, la perla di Labuan impersonata da Carole Andrè rimarrà perennemente l'icastica immagine che marchia il passaggio dall'infanzia all'adolescenza (forse in ballottaggio con la seconda visione della Biancaneve di Walt Disney, allorquando fummo in tanti a scoprire - ma non tutti ad ammettere - che l'inquieto fascino della regina Grimilde era più intrigante di quello scaturente dalla futura principessa risvegliata dal bacio del suo innamorato). Auguro anch'io a Carole di riuscire a percepire una pensione, magari in Francia tramite totalizzazione (qui in Italia, con i nuovi requisiti introdotti dalla signora Fornero, per la classe '53 è veramente dura).
P.S. - Non riesco ad individuare il cantautore convertito.
Lei,direttore,immaginerà che la perla sia un pretesto per indurre qualche psico laureando a sbottonare l'omosessuale-bobby-che c'è in Elio(t).Ma non sarà mai così.Purtroppo l'Andrè è un vero e proprio stalker ma non di quelli di Lec(cambiamo discorso?),persuaso della bontà del proprio metodo.
Per la perla la zona esiste e bisogna farsi qualche miglio
in carriola semplicemente per poterne disquisire.
Civiltà extraterrestre o meno, i desideri si possono esaudire
-Battiato è un cantautore convertito...-ma pare che la moglie dello stalker,Paola Gallo(?),sia contraria alla filantropìa di Cassel(l'odio,distintamente)e lo solleciti all'atterraggio,
che il genere umano deride tutto,the rithm of love(scorpions,cambiamo discorso?).Personalmente,desidero che Paul Bettany sia felice,d'una felicità razionale,cumulativa,e che la perla,rassomigliante a Ilona Staller,la sciamana,si cibi di belle,in serata.
Viva Dio,viva anche il re,
60 anni fa Carole Andrè
il vagìto suo figura
nel mio timpano irrequieto;
grande cist'ella mi cura
la sua clinica è a Loreto,
il cui panico vivaio
non fornisce che due sensi,
non il gusto(mai più gaio)
nari acute e sguardi intensi...
dall'album "I'll do anything" di Lillo e Greg
Bel testo (forse leggermente ritoccato per aggiornamento anagrafico?), ma non mi è mai capitato di ascoltare questa canzone, né conosco il lavoro da cui è tratta. Risale ai tempi di Latte & i suoi derivati o è successiva?
Mi ricordo di quell'album,I'll do everything.Ovviamente quando ciondolavo tra Transex e Mariposa,se ne parlava in cassa come di una Fin absolue du mond,come di una leggenda nata per i tipi della Nord,vedi il manoscritto inedito di Lovecraft in Road to Hell,o il Necronomicon stesso,più che efficace,se letto ignari della dietrologia.Il vinile era negli
anni 80 irrintracciabile,missing,ma la eco sfondava i labirinti nostri a colpi di piccone.Un'incisione di quindi 120 anni fa(possibile?),non oso mettere un'inserzione su e-bay per non esser scambiato per evidenziabile(giallo arancione fuxia)dagli uffici della cia o dallo sguardo valgo di Nash(alive?).Era un 78 giri,o un formato a noi noi non pervenuto?
Latte& i suoi derivati?Lo scandalo Tanzi è dell'altro ieri,impossibile;ripeto ,il periodo
interessato non potendo essere quello dei gemelli alla spina,sarà sicuramente quello dei primi grammofoni a manopola;visionarli in qualche dagherrotipo è già qualcosa...
errata corrige:fin absolue du monde
vedo con piacere che ci sono sauri di rilevante livello anche al di fuori del loreto....
der kommissar...senza andare fuori tema(considerato che il forum è dedicato alla perla),ne approfitto per commemorare quello che considero il mio primo flirt(pur tardivo...)databile primi anni ottanta.Viva,la protagonista del soft di Lori,Il falco e la Colomba,che,come Monicelli ,decide di suicidarsi in ospedale.Uno,annientato dalla mancanza di prospettive;l'altra dalla delusione che ritiene d'aver apportato al povero Testi,incapace di sottrarla alla Spada.
Flirt pedissequamente chiosato dal de Gregori che calandosi nei panni di lei,ne ha artificiosamente prolungato il mito(e la credibilità)sino a farla assurgere ad Eroina della resistenza,in questo comparabile alla ben più equilibrata Marianna(back to front...),eliminata all'apice del riscontro di pubblico,anche per non rendere troppo aspro il risveglio dello studente di allora,diviso tra rivolta sociale e compiti in classe.L'affaire Moro si stava approssimando e la povera Wendel fumava solo spinelli ma la caduta di Mompracem,nella persona di CA,tra le disperate braccia della tigre,raffigurò ben più efficacemente di qualunque volantino,l'inattuabilità del compromesso storico che la politica andava teorizzando.
L'isola andava ripresa,ovviamente con il sacrificio di molti...
Quest’ultimo commento mi ha riportato alla memoria uno dei film meno celebrati di Dino Risi (e che io stesso, in verità, avevo rimosso). Si tratta di “Mordi e fuggi” del 1973 (sono certo dell’anno, senza neanche fare ricerche tramite Google, perché la colonna sonora era perlopiù costituita da canzoni tratte dal Festival di Sanremo 1973). Ricordo a grandi linee la trama: un importante industriale (interpretato da Marcello Mastroianni) e la sua giovane amante (una studentessa interpretata dalla nostra Carole Andrè) vengono presi in ostaggio da tre anarchici che, avendo appena effettuato una rapina, li utilizzeranno per coprirsi la fuga. Nel corso della disavventura, la giovane studentessa resterà disgustata dal suo amante, disposto a qualsiasi compromesso pur di avere salva la vita, e cederà al fascino di uno degli anarchici. Il blitz finale della polizia determinerà la morte dei fuorilegge e anche dell’industriale, sicché la giovanissima Carole Andrè assurgerà, inconsapevolmente, a frastornata icona dell'incapacità di metabolizzare in una minima forma razionale le turbolenze e le pulsioni sociali che avrebbero contraddistinto la storia italiana prossima ventura. Il meglio dei film, però, è nei dettagli, e tanti dettagli di questa pellicola mi sono ormai sfuggiti: spero di poterli recuperare tramite dvd.
per Der Kommissar...Min..ia questo è da primi tre posti in classifica
Divagazione per divagazione,ecco il vecchio hal beccato in flagrante durante il turno di notte a sbaciucchiarsi un Visconti,-death in venice-con la preziosa(ma non fondamentale)sequenza della CA intenta a strimpellare per elisa sul pianoforte d'una casa di tolleranza.Il protagonista,in flashback,vi entrava guardingo e,dopo aver dato un'occhiata alla promettente musicista,ne usciva senza consumazione divorato forse da una febbre compositiva incapace di scendere a patti col maestro,il dolce Ludovico,all'epoca ripartito in multisala.Dirk Bogarde,il povero persecutore di Charlotte,nel film della Cavani,in quel trascurabile rifiuto di cedere alla tentazione dell'osso(l'asciuttezza dell'Andrè divide la critica),si prepara alla discesa nel lido da professore,come in
quel raccontino di Spillane,dove il protagonista perde la testa per una splendida ragazza disabile capace solo di salutare e di sorridere.La Fenech,la Bouchet,tutti idoli di Tarantino,immarcescibili pel duce e pel Fellini ma per una Andrè che prima d'esser morta in bianco per le platee europee fu il flauto traverso che un Gazzelloni non considerò degno di lui,quale restauro proporre al di fuori del laboratorio di Savini?
per Giuseppe: non saprei a che posto si classificherebbe ma di sicuro so la categoria, ed è una delle più alte !
Ragazzi,non che non apprezzi l'incenso quando entro in chiesa ma il motivo del mio ingresso in questo forum è proprio la contemplazione del crocifisso;con questo non si dia la stura alla lampada dei geni di terza età bensì ad un corposo dibattito il cui unico scopo è quello- in tempi di islamica rimozione dell'immagine-di separare l'estetica dall'etica,in piena controtendenza rispetto alle nostre fiction che ci operano in locale,accollandoci fior di questioni morali.Descrivetemi il vostro primo amore,la Perla di Labuan(oppure Honorata van Gould),tigrotti e proviamo insieme il piacere di scegliere,come fece Yanez,scegliendo per sempre...
Conosco di persona (e da lungo tempo) gli utenti che hanno rilasciato i commenti soprastanti e garantisco nel modo più assoluto che, da parte loro, non c'è alcuna volontà di offendere o svalutare i contributi altrui: si tratta, più che altro, della presa d'atto che essere un po' sopra le righe non è una condizione esclusiva degli storici seguaci di questo piccolo blog. Mettiamoci anche che questo stesso blog, nato - almeno inizialmente - per pura goliardia e con intenti esclusivamente rionali (mi riferiscono, infatti, che - in tempi recenti - alcuni sogni sauri proibiti sono stati addirittura declamati sulle reti RAI e su LA 7, e, in qualche caso, ripresi pari pari sui siti dedicati ad attrici oggetto delle nostre attenzioni rimate) non è abituato ad ospitare interventi di un certo spessore (e non nego che io stesso, in diversi casi, ho dovuto far ricorso a Google per cogliere il senso di qualche citazione). A questi commenti continuerò sempre a dare tutto lo spazio che giustamente meritano.
Sempre in attesa di una visione prismatica della nostra protetta,ad opera dei suoi blogger,direttore la ringrazio per la puntualizzazione e ne approfitto per aprire un dibattito interno al forum,fondato sulla capacità dello spettatore di astrarsi dalla divisa critica per calarsi nella muta del produttore.In pratica ,la perla manca dagli schermi da una ventina d'anni,un pò a sentir lei per non vedersi invecchiare un pò per non sfregiare ( alla mandala del piccolo buddha)probabilmente l'inconscio collettivo nel quale vive,con un'approssimazione graduale al terribile di cui parlano taluni pittori,o fotografi di moda.
Non sapendo con esattezza se condividere quest'integralismo,mi diletto a farle interpretare alcuni ruoli portati al successo da altre attrici,negli ultimi tempi.Primo fra tutti
quello di Deborah,la compagna del senatore Bailey,nell'ultimo film di Leone.La sequenza in camerino,con De Niro che la segue nell'opera di defascinazione (cioran,coran...),come sarebbe stata gestita sul piano interpretativo da una CA?Ed il tradimento,ossatura del soggetto,avrebbe contribuito ad appannare il mito della perla,o l'avrebbe reso accessibile all'umanità alle prese con gli scorni ed i microtraumi dalla mattina alla sera?
Altro titolo possibile Antichrist,di von Trier,piaciuto pochissimo ai dogmatici del cinema cinema,con quella sua tesi sulla naturale malvagità del sesso femminile,tanto da essere definibile in soldoni come una ragnatela invisibile finalizzata da sempre alla mortificazione quando non alla soppressione dell'uomo,l'Andrè in questo contesto la vedrei coinvolta in un'operazione di ringiovanimento(una ventina d'anni,appunto,non difficile),nel ruolo della Charlotte,a mio parere troppo strega,già dall'inizio.
E via così,di sostituzione in sostituzione,arrivo persino a pensare che il ruolo della Rose
narrante,custode per l'ultima notte al mondo,del cuore dell'oceano,poteva essere la nostra CA,ovviamente in un cameo degno del primo Karloff,una maschera inquietante ma non terribilissima...Fiato alle trombe,sauri,resto sempre in attesa di una visione prismatica della nostra protetta!
Personalmente, ho sempre dubitato dei ritiri dalle scene costruiti su un repentino sostrato idealistico: l'attore e/o l'attrice smettono di recitare quando il loro telefono non squilla più, come testimoniano - almeno entro i nostri patri confini - i frequenti ricorsi alla legge Bacchelli,.
Di Carole André ho visto per caso, circa 5 o 6 anni addietro, una comparsata ne "Un medico in famiglia" (che non seguo da tempo immemorabile, e, precisamente, da quando Dose & Presta - l'inossidabile duo de "Il ruggito del coniglio" - ne abbandonò le sceneggiature) e mi è sembrata invecchiare abbastanza bene, grazie anche alla rinuncia alla chirurgia plastica, che tante vittime ha mietuto e continua a mietere: basti pensare a quell'orrore di teatro ambulante a cui si è ridotta - da più di vent'anni! - la Vanoni o a certe attrici in netto calo di popolarità che, talvolta, spuntano qualche pietoso ruolo in quelle location da Mulino Bianco insanguinato quali sono, mediamente, le nostre attuali fiction; e la Fenech (addirittura migliorata rispetto ai tempi del "Satiricosissimo" con Franchi & Ingrassia), a quanto mi consta, è l'unica eccezione che confermi la regola generale.
Difficile dire, per quanto mi riguarda, in quale film recente l'André avrebbe potuto fare la sua bella figura: pochi film italiani dell'ultimo ventennio mi son rimasti impressi e, solitamente, quando ne vedo uno, mi viene l'insano desiderio di cambiare nazionalità. Comunque, giusto per citarne uno dei "meno peggio", avrei visto bene l'André ne "La vita è bella" di Benigni, e, precisamente, nel ruolo che fu della pur brava Giuliana Lojodice, la maestra elementare che non si scandalizza per i dati razzisti di un problema aritmetico, ma soltanto per la complessità del calcolo ad essi abbinato: sono sicuro che sarebbe riuscita a disegnare una credibile figura di diafano cinismo.
La corrispondenza comincia ad assumere un tono adeguato allo spessore della musa:altro che comparsate degne di lost o regine ventenni del ray-ban...Cosa dovrebbe appunto calzare la povera Carati,dopo la stagione hard(peraltro visibilmente "vissuta",più che "sentita") ed il "silenzio telefonico" di cui sopra...;una calzamaglia,forse?
No,direttore,a mio parere l'Andrè-da interna alle problematiche
del nostro cinema(ho seguito la querelle sentimentale con il direttore di Cinecittà,Abete,come si segue una produzione mediaset firmata Soavi.Con aspettative moderate,sotto il profilo estetico)-non aspetta la chiamata di Tornatore o di,fantastichiamo,Almodovar.La perla,forse,non trova,passandole tutte,una sceneggiatura che la distragga
dalle beghe politiche di noi altri (citava lei giustamente il Benigni di Jona...oppss la vita è bella...),ancora fieri della nostra rappresentazione del vuoto ideologico di sempre,adoratori della polemica eraclitea,più che dell'armistizio;della pace armata,più che della guerra vietata ai maggiori...Le corna vissute non le si confanno,così come le storie di Oltretomba,con i loro delitti castigati.Probabilmente la CA(AUGURI,NANNI!)attende sì una telefonata ma una telefonata che,non accennando minimamente a
scritture varie ed eventuali,la conduca nuovamente sulle onde del vento in quella Malesia tagliata dentro dalle inquadrature di Sollima,in quella Malesia da viaggio di notte,a 500 metri dal villaggio vacanze.
Der kommissar...Giuseppe...Tremalnaik...?
Praticamente, è come se fosse stato letto il mio pensiero: riguardo il telefono inattivo, infatti, se non ne fosse conseguito un eccessivo allungamento del commento, volevo proprio fare un cenno alla povera Lilli Carati - la cui triste parabola suscita sempre umano dispiacere - e ad Alvaro Vitali, che - colposamente e/o colpevolmente - ha sacrificato il personale patrimonio di buon caratterista (scoperto, ricordiamolo, da Fellini) sul contingente e mediocre altare dei Pierini: ora vorrebbe anche lui (che non riesce più a pagarsi neanche il pieno di benzina) essere beneficiato dalla Legge Bacchelli, ma il relativo vitalizio può essere erogato soltanto a chi - scevro da condanne penali irrevocabili - sia riuscito ad acquisire chiari meriti nel campo delle arti (compresa la settima) e sarà abbastanza improbabile (per non dire impossibile) che i titoli di cui egli è stato protagonista si ammantino di siffatta stimmate, salvo che sull'onda del corrente clima, ove qualcuno auspica concessioni di agibilità politica, non si inneschi anche un novello processo di agibilità artistica che, magari, possa salvare il Vitali in funzione delle sue comparsate in "Roma" e "Profumo di donna".
Mi è piaciuto - sempre ammesso che non abbia equivocato - il riferimento a "Jona che visse nella balena" di Faenza, ma mi permetto di citare un precedente ancor più remoto e legato ad uno di quei film classificati (non so quanto propriamente) di serie B, e i cui piccoli meriti artistici difficilmente saranno riconosciuti dai soloni della critica cinematografica (e meno male che ci sono Enrico Ghezzi e Marco Giusti a rendere a queste opere un po' di giustizia): "Indovina chi viene a merenda" di Marcello Ciorciolini, con Franchi & Ingrassia.
Spettabile direttore,l'opera del Vitali,così come quella del Franchi ed Ingrassia,per quanto sottovalutata dalla critica di serie A(ovviamente il Giusti e il Ghezzi esistono in canottiera proprio per metter sale sulla cesura...),mi lascia freddo con quelle battutacce coniate per la rivalutazione a posteriori...Piuttosto mi premeva portare alla luce il sopito dibattito tristezza/bellezza ,vagamente preso in considerazione nella seconda metà degli anni ottanta e poi,nei secoli a venire,manipolato a fini biecamente commerciali dalle televisioni di stato con sottoprodotti improponibili a Lugano.Le Arcuri,le Rocca,con quelle voci raramente doppiate,dove vorrebbero andare a parare se non nel campetto delle nostre disillusioni,laddove il nostro Moretti grida PALLA,prima di ammazzare la Morante(LA STORIA),o di concludere la messa...Andate in pace,non è forse il congedo dai nostri desideri di ragazzotti di provincia,indormenti in una sequela di colloqui di lavoro prima,di studio poi,collusi-quando non corrotti-con la mancanza di spessore delle nostre frequentazioni,insipidite dalla mano esperta dei mass media che tra illudere ed abbattere
continuano a favorire le cene di lavoro a 20 euro a portata...Non sia divagazione la nostra bensì ritorno testardo a bomba,con la nostra Ciccio(chi se non la Staller ,poteva controfigurare le cadute della perla,in fuga dall'Inghilterra morigerata e blobbara,fagocitante tutto ciò che non la riguarda,tramite atti indiretti di espansione e tradimento di propositi'?)liquidata sbrigativamente(d'altronde,Brook tagliava l'aria col suo nasone,un chilometro l'ora)con qualche sasso ed una croce rimediata sul posto e ,dopo meno di venti minuti ,sostituita dal vendicativo faccione sorridente della tigre,in fermo immagine,bello gravido di propositi e di titoli di coda(ma tu chi sei...un angelo disteso al sole...?),a evidenziare con fuxia quanto ogni tigrotto sia superfluo nell'opera di riconquista territoriale,importando solo ed esclusivamente la scesa a patti con il sacrificio della grazia,dell'armonia,della fratellanza e,sbilanciamoci,della bellezza innegabile della presa di posizione di una perla come Marianna che,senza pensarci due volte,ripetè il suo si per ben tre volte alla proposta di Bedi,di fuggire con lui.Ne valeva la pena,è la morale di quarant'anni(quasi )di cinematografia nostrana.
Io direi di si,se me lo chiedessero,i tre corrispondenti...
Bella la metafora del campetto delle nostre disillusioni: esprime in maniera tanto sintetica quanto compiuta quella generale parabola discendente alla quale - e non solo per motivi anagrafici - nessuno può essersi sottratto totalmente. Se ci fosse concessa la chance di rinascere con la consapevolezza del vissuto, quasi certamente riusciremmo a immetterci su una proficua via di fuga (con la speranza, ovviamente, di non condividere la sorte della perla di Labuan): adesso è pressoché impossibile, anche per le troppe responsabilità verso terzi, e chissà quanto continuerà a pesare la consapevolezza di aver trascorso più tempo a digerire quel che non ci piace piuttosto che a masticare quel che avremmo davvero voluto e/o potuto gustare.
Gentile direttore,vedo che i nostri attenti collaboratori,alla proposta di una scesa in campo,preferiscoro forse un più responsabile ruolo di arbitri di una partita che ahinoi pare proprio partita.Partita,nella piena accezione del termine,sfumata,decollata,congedata.Pur non crogiolandosi nell'impotenza,la nostra generazione s'è affidata ad un capobranco dopo l'altro,ormai galleggiando a corpo morto per non abbreviare il tratto con dimostrazioni di stile suicide.
Perché infatti vanificare energie preziose per la sopravvivenza ,quando ogni stecca nel coro alla Montanelli la puoi tranquillamente-volendo-disseppellire dai monumentali archivi musicali della Siae,a mò di tassello mancante della partitura del nostro tempo?Inalberati pure,ribelle e testimone,che tanto tutto ciò che puoi dire o pensare(o formulare)pare faccia già parte dell'ipertesto che ci dirige occultamente da sempre per la nostra miglior persuasione subconscia(come interpretare il sorriso oppiato di De Niro,se non dal punto di vista della commedia dei pupi,ovvero di colui che,parzialmente riavutosi da una lunga ed autoimposta trance intravede,senza focalizzarla,la burla irredimibile che la propria vita è forse stata ?Per colpa propria o merito proprio ,è struggimento d'artista)Ed ora,volendo chiudere per
mancanza di affluenti,il fiumiciattolo dedicato alla nostra Marianna sbocca nel mare dell'inconscio collettivo,popolato da creature dedite all'autoconservazione ed alla riproduzione della propria specie,con uno sguardo distaccato per tutto il regno animale e vegetale che le contestualizza,non negandole.
Il nostro cinema,di cui parlava sopra,di serie B,o A,è tutto lì contenuto con le sue alghe ondivaghe che a seconda delle migrazioni scolastiche,assume questa o quella plastica postura.
Come far presente al pesce martello che ,svogliato,s'approssima al compito in classe ,che quell'unghia tagliata,sputata ed insabbiata da un poker di sceneggiatori era la perla di Labuan,e non la povera eroina,peraltro agevolmente scaricabile da ogni computer,del babbo(o del nonno)a che pro reintrodotto nel consorzio appunto dalla legge Basaglia?
Alla prossima provocazione iconica!
Un po' timoroso al cospetto di cotanta cultura cinefila del Direttore e di Anonimo, mi ricollego ad una citazione sopradetta per azzardare una domanda: fu davvero Ilona la controfigura della Perla e, se sì, ci si riferisce alla mitica scena del corpo-a-corpo fra le due tigri (felino e di Mompracem) dopo la di lei caduta da cavallo ?
Ma non avevi scritto più volte che non pubblicavi i commenti di anonimi? Perchè questa eccezione? La verità è che pubblichi solo quello che ti conviene e correttezza zero.
Per l'anonimo (serio):
Commento, come sempre, impeccabile e, per quanto mi riguarda, condivisibile in tanti suoi punti. Però ogni tanto mi chiedo: c'era, effettivamente, una minima possibilità che Mowgli, anziché cedere al richiamo della sua specie e seguire la piccola Shanti, rimanesse nella giungla?
Per Der Kommissar:
Ma quale cultura cinefila? Rispetto al nostro anonimo interlocutore, mi sento un povero disgraziato!
Mi sembra improbabile che la Staller, la quale praticamente tutto puntava sul proprio corpo, rischiasse da stuntgirl. Mi par di capire, invece, che il nostro anonimo corrispondente non facesse riferimento alla controfigura cinematograficamente intesa, bensì ad una sorta di contrappasso che l'André avrebbe vissuto per interposta persona anziché direttamente. Quest'ultima opzione, per esempio, fu esercitata da Aldo Fabrizi nella parte terminale della sua carriera, quando, presa coscienza dell'oblio che stava per avvolgerlo, non esitò a svendersi al peggior offerente abbinando la propria immagine a pellicole di infimo livello.
Per l'anonimo (poco serio):
Non fingere di ignorare che gli anonimi a cui ho sempre fatto riferimento sono soltanto quelli che mi tempestano di insulti gratuiti, curandosi di non lasciare un minimo indizio che possa condurmi alla loro identità. Oltretutto, a chi parli di correttezza? Tu sai benissimo con chi hai a che fare, ma ti guardi bene dal firmare il tuo commento. Stendiamo l'ulteriore velo pietoso.
errata corrige:Carole André
errata corrige:grammofoni a manovella
Come sei bella monologa Pozzetto in Sono fotogenico ,rivolgendosi al poster di Casaro,ma chi te l'ha fatto fare Marilyn,prima di imbarcarsi verso una roma più che autoironica-insinuerei trumaniana se significasse qualcosa.Arthur Miller,informa il gossip.Per quanto concerne la perla,giunta alle redini del corsiero bianco di Cinecittà,possiamo dar la colpa al cialtrone onesto nomato
Mosè,quel barbone giallo che una volta intravista la terra promessa manda avanti la popolazione soffermandosi a prender fiato presso una duna
(a me viene in mente la montagnetta di san Siro,tra Lampugnano e QT8),garantendo che i testi sacri sono stati fonte d'ispirazione fedele per la pellicola poc'anzi visionata.Ora che le rocche,le arcuri,le capotondi,le buy per non citar che la punta dell'iceberg,cara cameron,sono affiorate,a leccar la fiancata dei titanic,così come gli zigomi delle dion,ad ogni ricorrenza,ci possiamo dare alla macchia come una volgare Temple,scomparsa ad 85.
Auguri,quindi di 62,quando saranno e ben vengano le celebrazioni di uno mattina a violentarci sulla sabbia,posponendoci al commissario montalbano o alla piovra,nell'indice di gradimento,sempre meticolosamente raschiato in merito all'Identità.
Mai digerita Shirley Temple, neanche da bambino: l'unica cosa che ho apprezzato di lei è stato un involontario aforisma che ho pubblicato in periodo natalizio. Ancor meno ammirevole la svolta politica dopo il fisiologico calo di popolarità, direttamente proporzionale all'incedere dell'anagrafe, con l'adesione alla destra USA più becera, anche se probabilmente infoltita di tanti suoi ammiratori. Che, però, la preferivano minorenne.
La festa della donna la si dedica noi settantenni alla bella Carole,che a sei anni prometteva Mari o monti,tornando dalle elementari,con quel fare da socialista reale,ci portava da firmare quei quattro sul diario del gruppo tnt.
Il maestro al consiglio di classe ci faceva passare per genitorelli,anche se in casa si parlava solo italiano;mai uno schiaffo,mai un rimbrotto:magari la fanciulla eccellerà in economia domestica o in lingue e letteratura straniera.
E invece,appena maggiorenne,con chi si và a sistemare?
Con l'Infantile,alternativo a Verdone.
Mia moglie,ha fatto la fine della Merini.
Io me la ritrovo,appena maggiorenne,alla stregua della mimmina di Morselli,a spogliarsi e riassestarsi dinnanzi all'armadio a specchio interno,a due passi dal suicidio di Lazzaro,uscito dal tunnel;contromano.
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