Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno
Mi riuscirebbe davvero difficile, causa abbondanza di materiale, stilare una precisa hit parade di quel che mi dà più fastidio, ma nelle primissime posizioni di quest’ipotetica classifica troverebbero sicuramente posto tutte quelle persone che, frustrate da una insoddisfacente condizione esistenziale, anziché impegnarsi per risollevarsi dai propri individuali tracolli, puntano le loro attenzioni verso soggetti assestati su posizioni ritenute ancor più drammatiche e tali, anzi, da far di questi stessi soggetti un sostegno fintamente consolatorio. Ossia: noi saremo pure messi male, ma, per fortuna, c'è chi sta peggio. Inoltre, affinché questi indebiti punti di riferimento mantengano l'infimo ruolo che gli viene accreditato da chi si ritiene migliore di loro, spesso si tende ad attribuirgli eventi, perlopiù supposti o, peggio ancora, inventati, che possano ulteriormente sminuirli. Accade, nello specifico, che certi recenti legami sentimentali formatisi al Loreto diventino oggetto di discussione presso figure che, peraltro, il Loreto lo frequentano davvero poco; e accade, soprattutto, che di certe relazioni affettive si dicano tutte le cattiverie gratuite possibili, al netto di ogni lecita ironia, pur senza avere rapporto alcuno con la coppia di cui si sparla: non sono fatti l'uno per l'altra, fra loro due va male, si sono lasciati, stanno per lasciarsi, ecc. Fa ribrezzo, in particolar modo, che determinate osservazioni provengano proprio da chi tutto potrà vantare nella vita, tranne che una soddisfacente realizzazione sentimentale. Ed è davvero paradossale che lo scrivente si ritrovi, in questi ultimi tempi, a difendere d'ufficio alcune coppie che gli sono particolarmente indigeste, anche se per motivi esclusivamente ideologici e/o concettuali.
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Si dice che ormai i tempi sono cambiati e che vi sia sempre più scarsa partecipazione ai riti religiosi che precedono la Santa Pasqua (processione delle Palme, Via Crucis, ecc.). Non è del tutto vero: ardisco affermare, anzi, che i tempi moderni ci costringono a vivere analoghi cerimoniali sotto forme laiche parimenti o, addirittura, più gravose, e non limitate, purtroppo, al solo periodo quaresimale. Basti pensare ai viaggi della speranza per potersi curare decentemente, ai lavoratori precari, agli studenti universitari fuori sede e a tutte le altre disagevoli situazioni che possano venire in mente.
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Riordinando le mie cose nella casa paterna, nel contesto del trasloco in cui sono attualmente impegnato, ho rinvenuto alcuni poster (ormai ampiamente sbiaditi) che risalivano al periodo della mia adolescenza (per quanto possa sembrare strano, ci sono passato anch'io). Mi hanno un po' colpito le denominazioni delicate, colte ed eleganti delle band italiane di metà/fine anni '70: Bottega dell'Arte, Collage, Alunni del Sole (i miei preferiti). Nulla a che spartire, insomma, con i nomi invasivi o poco propizi delle band odierne: Le Vibrazioni, Negramaro, Tiromancino...
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