sabato 22 ottobre 2011

Tragedia (reale) in due battute - Occhio di falco


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VINCENZO


UN AMICO DI VINCENZO


La scena si svolge sul sagrato del Loreto, e, precisamente, sotto il portico da cui si accede al teatro, ove Vincenzo s'intrattiene in chiacchiere con un amico che lavora nel campo delle pompe funebri. I loro discorsi vertono, principalmente, sulla possibilità di cremare i defunti, operazione che potrebbe consentire ai congiunti dei trapassati di contenere il costo delle esequie; talvolta, però, un po' contraddittoriamente, il dialogo scivola sull’epidemia di buona salute che sembra aver investito la zona Ravagnese-Gallina, ove un’imprevista diminuzione dei decessi sta comportando una negativa ricaduta economica per gli operatori mortuari.
A un certo punto i due smettono di conversare, perché gli passa davanti una stupenda quarantenne che li lascia senza fiato. La signora è insieme al suo attuale compagno (che, per motivi di privacy, chiameremo Tizio) e alla figlia (12 anni circa) che ha avuto dal suo primo marito.



VINCENZO – Madonna Santissima di Polsi e dell'Eremo! Questa qui più tempo passa e più bona diventa! La figlia, però, non si farà bella quanto la mamma, perché è precisa precisa a Tizio!


L’AMICO – Guarda che tu sei tutto cretino: quella è la figlia che lei ha avuto dal suo primo marito!


VINCENZO – Lo so, ma somiglia lo stesso a Tizio!


(Sipario)

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