domenica 28 ottobre 2012

Radio Tamarra



Può accadere, ogni qualvolta tentiamo di emulare modelli che non sono proprio nelle nostre corde, che venga fuori quel personale lato tamarro che - nonostante gli immani sforzi - non riusciamo a contenere come vorremmo. Ecco dunque che, sotto l'egida del soggetto più tamarro del Loreto, nasce questa radio tematica che vi terrà compagnia per tutte le Domeniche d'Autunno, proponendovi una rassegna di canzoni che hanno inesorabilmente dirottato i loro interpreti verso eccessi che, redditizi o meno, gli sono valsi il conferimento - temporaneo o definitivo - più squalificante: quello di essere dei veri tamarri.

Non sappiamo quanti fra i nostri lettori abbiano memoria di Luciana Turina, brava attrice che, a causa del fisico adiposo, è sempre stata relegata in ruoli cinematografici e televisivi quasi da caratterista (la buzzicona, la moglie grassona sposata per interesse, ecc.) e decisamente mortificanti per il suo talento; ella, oltretutto, è una ancor più brava cantante, anche se, in tale veste, è addirittura molto meno nota. E' risaputo, d'altra parte, che per sfondare nel mondo della musica leggera occorrono - oltre alle capacità personali - una buona dose di fortuna e importanti sponsorizzazioni, ma la Turina, purtroppo, difettava di entrambi i requisiti. Anzi le andò male anche l'importante opportunità offertale dal Festival di Sanremo del 1966: in tale circostanza, addirittura, ricevette un pubblico elogio da Adriano Celentano, il quale, sebbene clamorosamente eliminato dalla serata finale, si disse disposto a rinunciare ad un suo eventuale ripescaggio in favore della Turina, la cui esibizione lo aveva sinceramente emozionato. Nessuno dei due, infine, fu riammesso in gara, però mentre Celentano riuscì a vendere oltre 800.000 copie de Il ragazzo della Via Gluck, del disco della povera Luciana si perse ogni memoria.
A titolo di simpatica curiosità segnaliamo che un altro incrocio (indiretto) fra la Turina e Celentano si verificò nei primi anni '80: il molleggiato era presente sugli schermi cinematografici con il film di chiara derivazione goldoniana La locandiera, impersonata - quasi inevitabilmente - dalla bella moglie Claudia Mori, mentre nella contemporanea versione teatrale lo stesso ruolo era interpretato da Luciana Turina. Orbene, se sotto il profilo estetico qualsiasi confronto con la Mori sarebbe stato impietoso, non v'è dubbio che, dal punto di vista recitativo, Luciana abbia trionfato alla grande. Ulteriore curiosità: il tour teatrale della Turina doveva fare tappa anche a Reggio di Calabria e, a causa della inagibilità (una delle tante) del Teatro Comunale, la compagnia fu dirottata al Teatro Loreto. Capitava, dunque, che gli abituali avventori dell'omonima piazza si imbattessero - durante le serate in cui si svolgevano le prove - nella simpatica Luciana, opinando che ben difficilmente, in futuro, il sagrato del Loreto sarebbe stato calcato da donne altrettanto poderose. Nessuno, d'altra parte, poteva neanche lontanamente immaginare l'abominevole sequenza di fidanzate di cui avrebbe fatto collezione, circa trent'anni dopo, il nostro amico Vincenzo...
Ora, però, bando ai ricordi e presentiamo il pezzo di oggi: si intitola Water closet e a chi non l'ha mai ascoltato potrebbe addirittura piacere, tanto da chiedersi perché mai il proprietario del blog lo abbia classificato come tamarro. Il punto è questo: ad una canzone che vanti una buona base musicale (sia pure di ispirazione vagamente beatlesiana) e una voce come quella della Turina, è veramente di pessimo gusto abbinare un testo di sconcertanti banalità con pretese esistenzialistiche.

       

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