Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno
L'effetto che fa
Con un messaggio inevitabilmente anonimo, un ignoto (ma forse non tanto) lettore mi accusa di continuare a fare satira soltanto contro determinati personaggi del Loreto o, in quelle poche volte ove fuoriesco dall'ambito zonale, contro figure riconducibili all'area politica di centrodestra (impropriamente detta). Mi si contesta, in particolare, di non aver scoccato frecciata alcuna nei riguardi di quel parroco reggino coinvolto in cupe vicende penali e in ancor più imbarazzanti intercettazioni (ambientali e telefoniche) e si ritiene che tale ritrosia sia addebitabile a qualche mia amicizia clericale che interagisce con la locale Curia e potrebbe risentirsene.
Orbene, mentre posso ammettere in tutta tranquillità di non essere completamente neutrale sotto il profilo politico, respingo fortemente l'altro sospetto e ne spiego, in breve, i motivi.
Come attestano gli oltre 2.300 post pubblicati sino ad oggi, non mi piace ironizzare sulle grandi tragedie della vita, e, personalmente, non dubito che il caso del parroco reggino sia una catastrofe (soprattutto per la credibilità di tutto il locale movimento cattolico) che forse non è stata ancora percepita nelle sue disastrose proporzioni. Si tratta, infatti, per chi non conoscesse la vicenda, di un uomo di Dio che - fra l'altro - avrebbe reso falsa testimonianza (violando, quindi, uno dei comandamenti fondamentali cui la sua missione sacerdotale dovrebbe essere vincolata) per favorire alcuni soggetti della malavita locale; inoltre, come documentano alcune intercettazioni, si è lasciato andare a pesanti apprezzamenti circa taluni clericali che sarebbero assurti al vescovato nonostante le porcate (testuale) combinate (amanti, figli illegittimi e irregolarità varie) ed ha espresso una considerazione di carattere generale decisamente poco commendevole per un sacerdote: "A noi preti ci dovrebbero autorizzare almeno una volta nella vita a mettere incinta una donna per vedere l'effetto che fa". Riteniamo che quest'ultima esternazione, salvo che non possa configurarsi come un'atipica sindrome da Enzo Jannacci (Vengo anch'io, no tu no!), sia assolutamente aberrante: se, infatti, possiamo anche accettare la scelta di un prete che si spoglia della tonaca perché si innamora di una donna, ci risulta alquanto indigeribile un prelato che riduce il soggetto femminile a mera occasione di consumo e che chissà quante volte, nel corso delle sue omelie, ha tuonato contro la religione islamica proprio per il ruolo poco riguardoso che riserva alle donne. Aggiungiamo che ci sembra abbastanza debole anche la difesa d'ufficio del vescovo, per il quale la divulgazione a mezzo stampa di stralci di intercettazioni è tipica dei regimi totalitari, giacché non ne consente la contestualizzazione rispetto alla generalità del discorso: a parte il fatto che non sono stati pubblicati semplici stralci ma interi verbali, la sua posizione ci ricorda, molto da vicino, quella assunta dal cardinale Fisichella per giustificare la bestemmia con cui si concludeva un'orrida barzelletta narrata dall'ex premier Berlusconi.
In questo poco confortante quadro - ove non latitano riferimenti a contiguità politiche locali e, addirittura, all'Ordine dei Templari - riesce a destarmi un minimo di ilarità soltanto quella telefonata con cui un ex sindaco di Reggio Calabria (ora governatore della Regione Calabria) si rivolge al prete perché ritardi l'inizio di una processione patronale, al fine di poter vedere almeno il primo tempo di una partita della Reggina.
Per quanto premesso, mi astengo da qualunque ironia sulla vicenda (auspicando, anzi, che a mente fredda ci sia una presa di coscienza collettiva sulla gravità della medesima) e affermo serenamente che non avrei alcun timore di ribadire quanto scritto sopra anche dinanzi alle mie conoscenze clericali, che - ne sono sicuro - rispetterebbero il mio punto di vista.
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