Buona Domenica
La vita, a volte, è veramente strana. Durante il mio soggiorno romano (ormai si parla di oltre vent'anni addietro), andavo spesso (in media almeno una volta al mese) a teatro, abbastanza consapevole che i mostri sacri dell'epoca non avrebbero avuto adeguato ricambio generazionale e, pertanto, sarebbe stato davvero un peccato lasciarsi scappare l'occasione per ammirarli dal vivo. Il primo spettacolo cui ebbi il piacere di assistere fu la commedia musicale Se il tempo fosse un gambero (scritta da Bernardino Zapponi e Iaia Fiastri per la premiata ditta Garinei & Giovannini), con uno strepitoso Enrico Montesano (sostituito, nella più recente riedizione della commedia, da Max Giusti: e questo, con tutto il rispetto per il buon Max, che non è sicuramente uno dei peggiori, dice abbastanza). Al termine dello spettacolo, intrattenendomi nella zona del Teatro Sistina unitamente ai miei anfitrioni (ossia i colleghi di lavoro che, bontà loro, cercavano di favorire il mio ambientamento nella capitale), capitò che entrassimo in un elegantissimo bar dove stava sorseggiando qualcosa il maestro Armando Trovajoli (autore delle musiche della commedia testé citata nonché di altre egualmente note, quali Rugantino, Aggiungi un posto a tavola, ecc.). Complimentato da un bel po' di avventori per la sua ultima fatica musicale, si aggrappò - tradendo un certo imbarazzo - ad una palese falsa modestia che ne faceva spiccare, di contro, la profonda umiltà e si limitò a ribattere, più o meno testualmente: "Vi ringrazio tutti, ma non merito tanti elogi pe du' fregnacce messe sul pentagramma!".
Qui al Loreto, invece, ci sono personaggi che, coltivando la passione amatoriale per il teatro, non solo riescono a trasformare in fregnacce tutti i copioni che portano sul palcoscenico, ma pretendono, addirittura, il rispetto che si deve ai grandi artisti. Comunque, buona Domenica anche a loro.
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