sabato 13 luglio 2013

Chiarimenti interdimensionali


Questa te la racconto come se fossimo ancora seduti sui gradini della chiesa del Loreto, impegnati (si fa per dire) in una delle nostre conversazioni serali, con la piccola Giada che ti si arrampica addosso e, con le sue curiose domande repentine, riesce a trasmetterci qualche serio dubbio circa l’acume dei nostri dialoghi.
Nella tua generosa poliedricità, non hai mai perso occasione per proporti come pronubo ai tuoi amici single, favorendone i contatti con quelle donne che – a tuo parere – potevano porre fine alla loro solitudine sentimentale. E, anche nei miei riguardi, credevi di aver individuato il soggetto femminile idoneo a tirarmi fuori dal celibato. Pur ringraziandoti per il prodigo interessamento (essendo la tua buona fede assolutamente fuori discussione), avevo subito evidenziato che finanche la più tetra esistenza solitaria è preferibile alla vita in compagnia di quei muliebri elementi che sembrano la parodia della parodia di certe donne interpretate dalla grande Franca Valeri, capaci di relazionarsi soltanto (e anche male) con la loro mamma.
Ti avevo anche precisato, a più riprese, che talune donne non potranno mai compensare, col pur loro prestigioso curriculum studi, certi gravi deficit caratteriali e psichici e più volte ti ho fatto notare come, negli ultimi anni, il Loreto sia diventato una tragica confluenza di elementi femminili talmente atipici che, nell'immaginario collettivo, possono sussistere soltanto come figure del varietà televisivo e/o radiofonico. Ed ecco che, nei giorni scorsi, ne ho avuta ulteriore conferma, proprio per mezzo di colei in cui avevi identificato la mia donna ideale. Costei ha confessato di avere un cattivo rapporto col mare perché si vergogna di farsi vedere in costume (temo, in realtà, che abbia un cattivo rapporto con sé stessa) e che, tuttavia, per motivi su cui non mi dilungo, ci avrebbe fatto ritorno dopo un paio d’anni. Pertanto, riprendendo la borsa del mare che non utilizzava dall'ultima volta in cui era stata in spiaggia, si è cosparsa corpo e viso con una crema solare ormai scaduta, e questo ha comportato qualche danno (fortunatamente solo transitorio) ad un aspetto estetico che, già di per sé, partiva obiettivamente un po’ svantaggiato.
Ebbene, una situazione del genere era stata prospettata – soltanto a fini umoristici – dal comico (in forte ascesa) Max Paiella nelle vesti di Vinicius Du Marones (cantore assoluto della tristezza che deriva dagli oggetti consunti o desueti, ovvia parodia del cantautore brasiliano Vinicius De Moraes) in una divertente canzoncina di cui ti propongo il testo. Ma ti rendi conto di quel che volevi accollarmi?

LA CREMA SOLARE SCADUTA

Buongiorno! Chi ti saluta
è la tua crema solare scaduta,
comprata un anno fa
e ormai di nessuna utilità,
perché fra le tue dita
sembro quasi maionese impazzita:
te ne spalmi una manata,
però odoro di caciotta avariata!
Mi hai scelto con cura fra tante
e poi hai comprato la confezione gigante:
hai pensato “questa mi dura
e mi salverà dalla scottatura!”
Ma se mi spalmi è una brutta grana:
ti vien la pelle come un’iguana!
O mi ricompri o, col solleone,
è quasi meglio se ti viene un’ustione!
Buongiorno, persone care:
sono la vostra crema solare,
ma oramai sono scaduta
come Maria Teresa Ruta!

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