Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno
Quando la televisione dà il cattivo esempio
Com'è noto, l'essere umano rifugge tendenzialmente da quella che, forse, è la più estrema forma di ardimento: il coraggio di apparire ridicolo. E' sufficiente, però, che un qualsivoglia pioniere varchi la fatidica soglia, perché patetici epigoni non manchino di reiterarne le imbarazzanti gesta. Se l'impudente traghettamento, poi, è sdoganato da una delle TV nazionali, l'effetto endemico è praticamente assicurato. Capita, dunque, che il noto giornalista (?) Sandro Mayer, dovendo partecipare - in non so quale ruolo - alla giovanilistica trasmissione televisiva Ballando con le stelle, decida di svecchiarsi mediante un parrucchino quasi beatlesiano, e, quasi contemporaneamente, tanti scarsocriniti accarezzano d'istinto l'idea di emularlo per rinverdirsi a loro volta. E, a quanto ci riferiscono, anche il gretto Michele (v. foto a destra) sarebbe ormai fortemente tentato dal toupet.
Poiché ci mancano le parole (in verità non vogliamo nemmeno trovarle) per commentare la patetica ipotesi, passiamo il testimone al testo con cui Vinicius Du Marones (alias Max Paiella), il cantore delle tristezze della vita, ha stigmatizzato l'utilizzo del parrucchino in una recentissima trasmissione de Il ruggito del coniglio. Col timore che, ancora una volta, la paradossale ironia degli autori possa trovare una sua ulteriore e penosa attuazione proprio sul sagrato del Loreto.
Il parrucchino
A tutti un buon mattino:
sono il triste parrucchino
che vive appoggiato
sulla testa del pelato.
I tuoi sogni son risorti,
ma io son fatto coi capelli dei morti:
un giorno tu calvo sei
e quello dopo sembri Moira Orfei!
Alla vecchiaia io do scacco:
mi metti in testa come un colbacco
e, fiero di questa tua criniera,
poi ti avvicini a una gnocca vera.
Lei accetta il corteggiamento
ma poi arriva quel certo momento:
lei ti carezza con trasporto
e le resta in mano sto gatto morto!
A tutti un buon mattino:
sono il triste parrucchino;
ma tutti i gusti sono gusti
e c'è a chi piace pure Sallusti...
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