domenica 26 ottobre 2014

Radio Sexy



La discografia italiana è disseminata di piccole perle musicali, spesso destinate ad immeritata opacità soltanto perché mortificate da eccessivi atteggiamenti censori oppure perché abbinate a prodotti artisticamente inferiori, come nel caso delle colonne sonore dei film italiani di serie B (e, spesso, anche di serie C, D e Interregionale), ossia le commedie erotiche all'italiana. Tramite questa virtuale radio tematica, che poggia la sua immagine su uno dei più acclarati sex symbol del Loreto, tenteremo saltuariamente di ripescare quelle più meritevoli.

Oggi riesumiamo questa nostra singolare radio tematica al solo scopo di omaggiare Lilli Carati, l'attrice scomparsa nei giorni scorsi dopo quasi un trentennio di indicibili sofferenze. Nessuno ci accusi di deviare su quei territori agiografici che, nell'immediata fase post-mortem, si tende a far calcare anche ai peggiori soggetti che abbiano abitato il pianeta Terra, se affermiamo che la povera Lilli era sicuramente migliore rispetto alla considerazione mediamente riservatale dal nostro star-system: si pensi che, a un certo punto, finanche Carmelo Bene - nel periodo in cui la sua presenza scenica coincideva, di fatto, con il grande teatro italiano - ipotizzava di poterne fare un'attrice completa. Purtroppo il nostro scalcagnato Stivale non ha, in genere, eccessivi riguardi per coloro che vorrebbero preservare la propria intelligenza da certi inevitabili mercimoni ambientali e anzi, il più delle volte, riesce a demotivarli fino a svilirne le più legittime ambizioni.
Ricordiamo Lilli Carati con i titoli di testa di Avere vent'anni, il suo film più riuscito e, ormai, definitivamente riabilitato dopo l'inaspettato gradimento pubblicamente espresso da Quentin Tarantino (sebbene sorga spontaneo domandarsi se il noto regista sia rimasto maggiormente inebriato dai contenuti della pellicola o da quell'irripetibile cocktail estetico derivante dalla sensualissima miscela fra Gloria Guida e Lilli Carati). Per la cronaca: la musica è di Franco Campanino, il testo di Ferdinando Di Leo (regista del film) e la voce è quella di Gloria Guida.  


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