Poesie su misura
Nei giorni scorsi, il soggetto ritratto nella foto si lamentava - con toni invero troppo drammatici se rapportati al motivo della rimostranza - perché una pecora del presepe non gli stava più in piedi. Ovviamente l'episodio, finanche immeritevole di menzione, è stato subito archiviato in qualche sperduto angolo della nostra memoria fin quando, proprio la mattina di Natale, nel corso della trasmissione radiofonica "Il ruggito del coniglio", è stata tirata fuori una tematica analoga a cura del cantore brasiliano delle tristezze umane Vinicius Du Marones (Max Paiella). Ecco, di seguito, il testo del suo intervento cantato, a ulteriore conferma - se mai ce ne fosse bisogno - che qualunque cosa possa inventarsi il varietà, la piazza del Loreto in Reggio di Calabria l'ha già sperimentata!
La pecora del presepe che non sta in piedi
Che tristezza appena mi vedi:
sono la pecora che non sta in piedi
e qui sdraiata sembro morta
perché ho la zampa storta.
Tu mi noti, provi una fitta,
ti accanisci per farmi star dritta
ed ingaggi una dura lotta:
poi ti arrendi e mi appoggi alla grotta!
Tutti gli altri son perfetti:
sul piedistallo stanno eretti
ma la cosa che proprio mi uccide
è il cammello che mi deride!
Il pastore con la sua zampogna
mi guarda stesa e si vergogna
e nell'allegria della santa sera
son solo io la pecora nera!
Che tristezza appena mi vedi:
sono la pecora che non sta in piedi
ma di essere stesa mai non volli,
quindi mi butti oppure m'incolli!
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