martedì 26 maggio 2015

Poesie su misura


Qualche lettore abusivo, infastidito dai post incentrati su Vinicius Du Marones (alias Max Paiella), il fittizio cantautore brasiliano che inneggia alle tristezze della vita e le cui composizioni dedichiamo ai più svariati personaggi della piazza del Loreto in Reggio Calabria, ci ha fatto pervenire un rimprovero indiretto, invitandoci a selezionare una verseggiatura che rappresenti i nostri malesseri anziché quelli altrui. Lo accontentiamo subito: quella che segue è, grossomodo, la condizione psicologica in cui veniamo a trovarci quando qualche amico ci suggerisce (o, meglio, impone) la lettura di un proprio scritto stampato a sue spese.

Il libro scritto da un amico

Un buongiorno che è quasi un plico:
sono il libro scritto da un tuo amico
che una vita ci ha lavorato
e poi, pagando, mi ha pubblicato.
Mi ti consegna tutto contento
e si sente in poppa il vento;
 tu gli dici "In bocca al lupo!"
ma ti vorresti buttar da un dirupo:
è la storia di un orfano nano
che per disgrazia ha perduto una mano,
sotto la pressa ha perduto un piede,
ha le emorroidi e nun se po' sede'.
Tu gli dici: "Ma che bella storia!
Questo romanzo ti darà la gloria!",
ma lo sai già che è una balla
e lo metterai sotto il tavolo che traballa.
Un buongiorno che è quasi un plico,
sono il libro scritto da un tuo amico
e una paura nel tuo cuore si insinua:
gli hai detto "Bravo!" e lui ora continua.

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