Poesie su misura
Qualche lettore abusivo, infastidito dai post incentrati su Vinicius Du Marones (alias Max Paiella), il fittizio cantautore brasiliano che inneggia alle tristezze della vita e le cui composizioni dedichiamo ai più svariati personaggi della piazza del Loreto in Reggio Calabria, ci ha fatto pervenire un rimprovero indiretto, invitandoci a selezionare una verseggiatura che rappresenti i nostri malesseri anziché quelli altrui. Lo accontentiamo subito: quella che segue è, grossomodo, la condizione psicologica in cui veniamo a trovarci quando qualche amico ci suggerisce (o, meglio, impone) la lettura di un proprio scritto stampato a sue spese.
Il libro scritto da un amico
Un buongiorno che è quasi un plico:
sono il libro scritto da un tuo amico
che una vita ci ha lavorato
e poi, pagando, mi ha pubblicato.
Mi ti consegna tutto contento
e si sente in poppa il vento;
tu gli dici "In bocca al lupo!"
ma ti vorresti buttar da un dirupo:
è la storia di un orfano nano
che per disgrazia ha perduto una mano,
sotto la pressa ha perduto un piede,
ha le emorroidi e nun se po' sede'.
Tu gli dici: "Ma che bella storia!
Questo romanzo ti darà la gloria!",
ma lo sai già che è una balla
e lo metterai sotto il tavolo che traballa.
Un buongiorno che è quasi un plico,
sono il libro scritto da un tuo amico
e una paura nel tuo cuore si insinua:
gli hai detto "Bravo!" e lui ora continua.
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