sabato 27 giugno 2015

Il Sabato sauro del villaggio, ovvero riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno

 

Negli ultimi due anni, questo piccolo blog (che, salvo diverse disposizioni della sorte, festeggerà il suo primo lustro nel Dicembre prossimo) ha registrato il graduale abbandono di tanti utenti della prima ora e il loro progressivo stupefacente rimpiazzo con una dozzina (almeno) di lettori americani.

Questi ultimi sono, perlopiù, reggini (qualcuno anche del quartiere Sbarre) emigrati negli USA da un bel po' di tempo e devo ammettere un certo imbarazzo quando con i loro commenti (che mi chiedono esplicitamente di non rendere pubblici) fanno rilevare che, sulla base dei contenuti dei miei post a carattere locale, sembra quasi che la città di Reggio Calabria si sia sottratta a una fisiologica evoluzione dei costumi e, soprattutto, della mentalità, sì da riscontrare - sostanzialmente - ben poca differenza fra i tempi post - scioperi per Reggio capoluogo (primi anni '70) e gli anni '10 del nuovo millennio.


A mio modesto parere, come dimostrano, peraltro, gli scandali politici locali emersi negli ultimi giorni, viviamo addirittura un patetico regresso, costantemente confermato da varie vicende quotidiane, fra cui merita segnalarne almeno una - recentissima - di cui sono stato diretto testimone (garantisco che non si tratta di una barzelletta né della traslazione scritta di un episodio incluso in un film di Dino Risi o di Ettore Scola) che, per quel che mi riguarda, assurge a quasi irreversibile metafora della mediamente mesta condizione reggina.
 
Nei giorni scorsi una bella ragazza del luogo, abbastanza chiacchierata (ma ignoro se le dicerie corrispondano al vero) per un intenso turn-over di fidanzati, è convolata a nozze con quello che dovrebbe essere il suo uomo definitivo. Nel quartiere si sono subito sprecate censurabili battute circa la prima notte d'amore dei due sposini, attribuendo alla fresca signora il ruolo di nave scuola e al maritino la parte dell'allievo. Fatto sta che, il giorno seguente alla prima notte di nozze, dal balcone dei freschi coniugi pendeva un lenzuolo al cui centro erano visibilissime un paio di macchie rossastre. Il particolare non è sfuggito ad alcuni acuti osservatori della zona, i quali, dopo aver dato fondo a tutte le possibili espressioni facciali di stupore, hanno cominciato a biasimare - escludendo però se stessi da qualsiasi riprovazione - quanti avevano esagerato con le malignità nei riguardi di una ragazza che, alla fine, era giunta al matrimonio "intonsa" e costretta a smentire tutte le cattiverie sul suo conto tramite il recupero della vetusta (e imbarazzante) tradizione del lenzuolo insanguinato. Nel bel mezzo di cotante riflessioni, la giovane signora esce sul balcone e, rivolgendosi al marito, dice (testualmente): "Amore, ma hai visto? Un piccione ci ha scacazzato il lenzuolo!"

Restatevene negli States, cari amici del web, e l'aria di mare andate a respirarla a Coronado Beach.

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