mercoledì 10 giugno 2015

Poesie su misura


C'è una signora, con inappagate aspirazioni da palcoscenico, che continua indefessamente a frequentare la piazza del Loreto in Reggio Calabria e a rigurgitare, presso terzi, ogni sorta di veleno contro le attività in rete dello scrivente (ossia questo blog e il profilo Facebook, che probabilmente segue grazie ad account fittizi o compiacenti, avendo io provveduto a bannarla da un bel po' di anni, ma di quest'ultimo aspetto tratterò in altra occasione). Domenica scorsa, osservando costei, mi chiedevo perché sprecasse nei miei riguardi quelle importanti frazioni di tempo che potrebbe più proficuamente investire nella problematica rieducazione della sua trasgressiva figlia minore, quando, all'improvviso, lo sguardo mi è caduto sulle sue mani e ho realizzato che il di lei cervello si trova nella stessa condizione dello smalto che si passa sulle unghie: è veramente messo male. La circostanza mi ha spinto a ricercare, per dedicargliela di vero cuore, una recentissima composizione del fittizio cantautore brasiliano Vinicius Du Marones (alias Max Paiella), massimo cantore degli oggetti di tristezza, presentata la scorsa settimana durante "Il ruggito del coniglio", la nota trasmissione cult di Radio 2.

Lo smalto sminchiato

Un buongiorno disperato:
sono lo smalto sulle unghie sminchiato.
Tu mi hai messo con tanta cura
ma non hai aspettato l'asciugatura
e ora, purtroppo, non è che io brilli
come le dita della Ferilli;
poi lavi panni giornate intere
e hai le mani di un carrozziere.
Sei stata un'ora col pennello,
che sembravi quasi Raffaello;
poi ti è squillato il cellulare
e nella borsa sei andata a ravanare:
io non ero ancora asciutto
e tu, frugando, mi hai rigato di brutto,
così le tue unghie, dopo quella bagarre,
adesso sembrano un codice a barre.
  Un buongiorno disperato:
sono lo smalto sulle unghie sminchiato
e tu, che volevi fare un figurone,
ora mi giustizierai con l'acetone!

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