lunedì 24 dicembre 2018

Auguri


Poiché negli ultimi anni ho sposato la filosofia secondo cui "O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai", mi sembrerebbe troppo forzato proporre una delle mie consuete verseggiature, destinate, di fatto, a pochi o nulli riscontri nel dipanarsi delle nostre matasse quotidiane. Preferisco, quindi, augurare a tutti i lettori un felice Natale proponendo una riflessione di Simone Cristicchi (che, oltre a essere un bravo cantante, è anche un valido autore), auspicando che possa essere una proficua bussola per noi tutti.

Credo nello sguardo della Gioconda e nei disegni dei bambini, nell’odore dei panni stesi, del ciambellone e in quello delle mani di mia madre.
Credo che quando la barbarie diventa normalità, la tenerezza sia l’unica insurrezione.
Credo che la vera gioia sia riuscire a sentirsi parte di un paesaggio incantevole, pur non essendo altro che un granello di sabbia nel medesimo.
Credo che non siano le grandi rivoluzioni o le ideologie ma i piccoli gesti a cambiare il mondo, perché niente è più grande delle piccole cose.
Credo alla potenza del soffione, quel piccolo fiore selvatico che cresce ostinato tra le pieghe dell’asfalto e che, anche tra mille difficoltà, riesce comunque a germogliare e a diventare fiore.
Credo che chi non vive il presente, sarà sempre imperfetto, anche da trapassato.
Credo che la vera sfida sia debuttare ogni giorno: tutto il resto è repertorio.
Credo che chi ha bisogno di nemici, non è in pace con se stesso.
E credo che non sia la bellezza che salverà il mondo, ma siamo noi che dobbiamo salvare la bellezza.
Credo che non bisogna cercare la felicità, ma solo proteggerla.
Credo che non c’è peggior peccato che non stupirsi più di niente e che tutta l’intelligenza e la cultura del mondo resti muta e si inchini davanti a questo grande mistero, al miracolo di questa vita che va avanti, nonostante tutto, che non si ferma, che si trasforma ogni secondo.
Perché la vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere.

(Simone Cristicchi) 

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