Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno
Si dice che la società odierna viva nel caos perché ha perso ogni punto di riferimento. E, in effetti, se alla mia persona vengono proposte ben due candidature per le imminenti elezioni amministrative e se, addirittura, un giovanotto poco più che ventenne mi chiede consiglio per risolvere qualche problema di cuore, significa che la crisi di parametri sufficientemente validi è ancor più grave di quanto si creda.
E, tuttavia, il quesito sentimentale di cui sono stato indebitamente investito, qualche considerazione di carattere generale la merita, pur premettendo, per correttezza, che in certe materie lo scrivente dovrebbe essere uno dei primi a fare intensivi corsi di recupero: mi è stato chiesto, in sostanza, quale sia il modo migliore per dichiararsi ad una ragazza troppo chiusa, evitando di produrle traumi tali da riceverne uno sdegnato rifiuto.
A tal riguardo la mia impressione è che, almeno mediamente, noi maschietti pecchiamo di una certa ripetitiva strategia nell'approccio con le donne assai introverse, ossia quelle che, colposamente, ci inibiscono la possibilità di essere un po’ più diretti, per timore che una parola in più o in meno possa compromettere una positiva risoluzione del corteggiamento.
E, tuttavia, il quesito sentimentale di cui sono stato indebitamente investito, qualche considerazione di carattere generale la merita, pur premettendo, per correttezza, che in certe materie lo scrivente dovrebbe essere uno dei primi a fare intensivi corsi di recupero: mi è stato chiesto, in sostanza, quale sia il modo migliore per dichiararsi ad una ragazza troppo chiusa, evitando di produrle traumi tali da riceverne uno sdegnato rifiuto.
A tal riguardo la mia impressione è che, almeno mediamente, noi maschietti pecchiamo di una certa ripetitiva strategia nell'approccio con le donne assai introverse, ossia quelle che, colposamente, ci inibiscono la possibilità di essere un po’ più diretti, per timore che una parola in più o in meno possa compromettere una positiva risoluzione del corteggiamento.
In tali circostanze, infatti, il maschio tende perlopiù a costruire delle vere e proprie dettagliatissime sceneggiature, che possano concorrere a far evolvere la vicenda verso gli sviluppi sentimentali auspicati. L'uomo cerca, cioè, di pianificare qualche stratagemma che susciti nella donna introversa una determinata reazione (che, ovviamente, il copione già contemplava) che porterà ad una programmata replica maschile, cui seguirà una altrettanto programmata controreazione femminile, e così via, fin quando, come previsto dall’originaria sceneggiatura, si creeranno le condizioni affinché il maschio possa dire quel che sente in cuore.
In verità, pur non essendo in grado di suggerire una tattica alternativa, credo di poter affermare, sulla base del mio vissuto, che la prima cosa da fare sia proprio quella di rifuggire dalla sindrome dello sceneggiatore, anche perché le reazioni delle donne troppo chiuse sono talmente imprevedibili, che la pretesa di anticiparle con esattezza equivale quasi a fare sei al Superenalotto.
Cito, a tal proposito, un simpatico aneddoto personale, anche se nel caso specifico i sentimenti non avevano coinvolgimento alcuno. Circa un lustro addietro, qui al Loreto, un amico mi chiese se potevo prendermi cura, spiritualmente parlando, di una fanciulla assai introversa e, in sovrappiù, in piena crisi di autostima. Praticamente un caso umano. La poveretta soffriva, fra l'altro, anche della involontaria concorrenza che le facevano le altre fanciulle del Loreto, spesso destinatarie di complimenti galanti che lei forse non aveva mai ricevuto in vita sua.
L'amico mi disse: "Io vedo che con te parla e si trova a suo agio: ogni tanto falle qualche complimento, in modo che acquisti più sicurezza".
Ribattei: "Se io le faccio qualche complimento, quella chissà quale film si fa in testa e rischiamo di aggiungere ulteriori danni ad una devastazione già in atto. E poi tu sei molto più in confidenza di me: perché non glielo fai tu qualche complimento?"
Rispose: "Non avrebbe lo stesso valore: siamo come fratello e sorella e i complimenti di un fratello non valgono quanto quelli di uno esterno alla famiglia".
Replicai: "Per la verità, non è che vi sia molto di cui complimentarsi; comunque devo ammettere che ha un bel paio d'occhi e, non appena ci sarà la giusta occasione, e se sarò abbastanza ispirato, non mancherò certamente di dirglielo".
E così, da un punto di vista mentale, avevo subito predisposto il canovaccio da adottare nel momento in cui si sarebbe presentata la circostanza opportuna: io mi complimenterò per i suoi begli occhi, lei sicuramente arrossirà ma io ho già pronta la battuta per toglierla dall'imbarazzo, ecc.
E l'occasione si presentò un paio di mesi dopo, proprio la sera della vigilia di Natale, quando lei e l'amico di cui sopra avevano appena chiuso i locali della parrocchia.
Le chiesi: "Ancora qui a quest'ora?"
Rispose: "Qualcuno deve pur chiudere i locali".
Letteralmente folgorato da improvvisa ispirazione, le dissi: "Il servizio che svolgi per la parrocchia è veramente degno di ammirazione, almeno quanto i tuoi occhi".
Da parte sua non vi fu il rossore che avevo presuntuosamente previsto: iniziò, invece, a battere ripetutamente i piedi, come farebbe una bambina capricciosa di tre anni e non una donna vicina ai trenta; poi bofonchiò qualcosa del tipo "Ci mancava solo questo per finire la serata" e la mia sceneggiatura andò irrimediabilmente a farsi friggere. Con grande sconcerto dell'amico presente, che tentò, invano, di riprendere la situazione.
***
Noto che l'intervento è stato più lungo di quanto avessi previsto, e quindi, al fine di non appesantire ulteriormente il post, mi fermo qui. Comunico soltanto che domani, in concomitanza con il 1° Maggio, il blog resterà chiuso e le trasmissioni riprenderanno regolarmente giorno 2.
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