sabato 7 maggio 2011

Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno



Anche la città di Reggio di Calabria, come tanti altri comuni d’Italia, è interessata dalle elezioni amministrative che si terranno il prossimo fine settimana. Mai vista, però, una campagna elettorale così sottotono, giacché l’aspirante sindaco che si fregerà, infine, della fascia tricolore, sarà travolto da una tale valanga di problematiche da maledire, con tutta probabilità, l’esatto momento in cui ha accettato la candidatura.
Il che non toglie, comunque, che i professionisti della politica locale, ossia tutti quelli che non hanno un lavoro fisso o, addirittura, non hanno mai svolto lavoro alcuno, si siano attivati per ottenere la riconferma presso i palazzi istituzionali da cui trae origine la loro perlopiù immeritata alimentazione.
Fra gli escamotage della campagna elettorale di costoro, c'è n'è uno che ci ha particolarmente colpito, costituendo, almeno per noi, una novità assoluta: la fornitura gratuita a diversi bar (compreso quello ove siamo soliti far colazione) di bustine di zucchero recanti il nome del candidato da votare. Personalmente, abbiamo subito chiesto al barista di servirci una bustina tradizionale, che, almeno in teoria, dovrebbe essere stata sottoposta a scrupolosi controlli igienici: quella politicamente sponsorizzata, infatti, non ci trasmetteva, sotto tale aspetto, sensazioni molto più positive del candidato patrocinante.

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In tanti imputano lo scarso interessamento del popolo per gli agoni amministrativi, all'eccessiva distanza che si è creata fra politica e cittadini; ma forse, almeno qui in Reggio di Calabria, la distanza non è poi molto rilevante, come conferma l'episodio che segue.
In Via Sbarre Centrali, proprio di fronte al Loreto, è stata aperta una segreteria politica, gestita, fra gli altri, da 'Mpari Pascali (v. foto sottostante), a sostegno di un candidato al consiglio comunale, rientrante in una lista che appoggia quel candidato a sindaco che vanta, come suo ultimo incarico amministrativo, la direzione generale dell'ATAM.

  
E' capitato, nei giorni scorsi, che, causa automobili mal parcheggiate, un autobus pubblico che transitava da Via Sbarre Centrali abbia potuto effettuare la fermata obbligatoria soltanto una decina di metri dopo la sosta prevista. Ne è conseguito che una corpulenta signora, che si trovava regolarmente alla fermata, nonostante una poderosa (e faticosa) rincorsa non è riuscita a salire sul mezzo, che - colposamente o meno - è ripartito senza aspettarla. La signora medesima, sebbene spossata dall'inane aire, ha ben pensato, dunque, di trovare la propria valvola di sfogo facendo irruzione nella predetta segreteria politica, ove ha contestato vivamente l'operato del direttore generale uscente dell'ATAM, colpevole, a suo dire, di non aver previsto - come avviene in quasi tutte le città italiane - l'istituzione, in corrispondenza delle fermate obbligatorie, di uno spazio riservato esclusivamente alla sosta degli autobus. L'istanza della signora è stata pazientemente recepita da 'Mpari Pascali, il quale, dopo averci meditato sopra per circa due secondi, le ha chiesto: "Ma signora, chi vuliti i mia?"
E la replica di 'Mpari Pascali annullava, nel momento stesso in cui veniva pronunciata, tutta la distanza che può intercorrere fra un semplice cittadino e la politica: pensate, forse, che un responsabile delle istituzioni locali avrebbe fornito alla signora una spiegazione migliore?

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