Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno
Dopo l'assenza della scorsa settimana (ma, ogni tanto, la vita si sviluppa anche oltre una tastiera), ritorna il consueto editoriale del Sabato con cui azzardiamo le nostre considerazioni sull'evoluzione del blog e, quando capita, su eventi ad esso esterni.
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Piedi
Chiunque gestisca un blog, sa (o dovrebbe sapere) che un sistema di monitoraggio interno consente, anche con cadenza quotidiana, di risalire alle parole chiave tramite le quali i navigatori della rete approdano sul blog medesimo. Tale funzione è utile, soprattutto, per ricostruire l'origine degli attracchi casuali, poiché, in genere, i lettori abituali di un blog hanno già il link di quest'ultimo fra i preferiti oppure lo digitano direttamente.
A titolo di curiosità, vi proponiamo la top ten delle parole chiave relative alla settimana dal 10/10 al 10/16 u.s.
Fra parentesi è indicato il numero di ricerche effettuato per una stessa parola chiave, tenuto conto che il sistema di monitoraggio tende ad accorpare le ricerche similari.
1) provolino pupazzo (21)
2) elisa isoardi (13)
3) helena rubinstein (10)
4) egitto saura (9)
5) pugacioff fumetto (7)
6) benedetta parodi piedi (6)
7) foto artistiche (5)
7) il vero volto di gesù (5)
9) carole andré (4)
9) elisa isoardi uno mattina (4)
Sia pur da una sommaria analisi, è di tutta evidenza che il blog sauro può costituire fortuito scalo tanto per i nostalgici dell'intrattenimento dei tempi andati (Provolino e Pugacioff) quanto per gli ammiratori di antiche e nuove dive (Carole André e Elisa Isoardi); in misura inferiore vi sbarcano, invece, gli occasionali navigatori che sondano tutte le possibilità della rete per svolgere specifiche ricerche.
Personalmente, però, ci ha colpito soprattutto la voce Benedetta Parodi piedi, che andava stranamente a sommarsi alle ricorrenti voci similari registrate nelle scorse settimane (in particolare: Elisa Isoardi piedi e Daniela Poggi piedi). Poi, dagli articoli pubblicati in questi ultimi giorni su tutti i quotidiani, scopriamo che in rete impazzano i feticisti dei piedi femminili, che tale fantasia erotica è, ormai, quella più ricorrente, e che su Facebook sono nati appositi gruppi che contano centinaia di fans. Ne consegue che se un post dedicato a qualche diva comprende la parola piedi (per esempio: Vincenzo che cade svenuto ai piedi di Elisa Isoardi), questo blog (come tanti altri) corre il serio rischio di essere visitato da qualche feticista delle estremità femminili.
In conclusione, un punto a favore di quanti sostengono che i nostri post sono scritti coi piedi.
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Backstage
Per i motivi di cui in premessa, ieri non è stato pubblicato il post che in tanti attendevano, ossia quello relativo alla fiction de El vulgar caballero enmascarado (seconda, per successo, soltanto all'inarrivabile Don Giampiero). Ne approfittiamo, però, per soddisfare le curiosità di alcuni lettori circa i retroscena di questa ennesima produzione saura.
Precisiamo, innanzitutto, che lo scopo della fiction non è sicuramente quello di rivalerci su personaggi che non sono stati molto cortesi nei nostri riguardi: la vera satira deve sempre prescindere da qualsiasi coinvolgimento personale e trovare il suo fondamento soltanto nella realtà oggettiva (magari, se sarà il caso, approfondiremo questo argomento nelle prossime settimane).
In secondo luogo, appaghiamo la curiosità di chi si interroga circa la collocazione verticistica dello sponsor virtuale della suddetta fiction (ci riferiamo alla Carne Montana) e sugli orientamenti artistici che ne discendono. Ci rendiamo conto che, in effetti, la cosa può essere abbastanza oscura per i lettori più giovani (quelli al di sotto dei 40 anni, tanto per intenderci). Anche questi ultimi, però, avranno sentito parlare di Carosello, il contenitore pubblicitario della RAI che ebbe florida vita nel ventennio (periodo temporale che si ripete spesso nella storia patria) dal 1957 al 1977. Volendo compendiare al massimo la mission pubblicitaria di questa singolare trasmissione, ci limitiamo a dire che essa consisteva in una serie di siparietti (in genere non più di cinque) dalla durata di circa tre minuti ciascuno, congegnati dai migliori registi ed autori dell'epoca e movimentati da attori (in genere già affermati) o da cartoni animati (molti dei quali destinati ad un posto di tutto riguardo nell'immaginario popolare), e soltanto la parte finale di questi siparietti (trenta secondi circa) era riservata al messaggio promozionale vero e proprio. Il programma, in pratica, fu chiuso perché, alla distanza, il suo format dava più successo ai personaggi (fin troppo ben retribuiti) che reclamizzavano il prodotto anziché al prodotto stesso (valga, per tutti, l'esempio di Calimero il pulcino nero, la cui popolarità, di fatto, oscurava i detersivi della Mira Lanza cui era abbinata la sua tenera figura). Forse abbiamo divagato troppo, e allora vi basterà cliccare sul video sottostante (estratto da YouTube) e capirete subito perché solo la Carne Montana poteva sponsorizzare (sia pure platonicamente) la nostra fiction.
Etichette: Il Sabato sauro del villaggio
1 Commenti:
Troppo forte, anzi geniale! E ci credo che i personaggi si sovrapponevano al marchio! Pure io sono fan del caballero e ora più di prima! Fallo ritornare!
Un bacio
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