Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno
Natale è passato
L'ultimo Natale si è già eclissato e, almeno qui al Loreto, i suoi benefici effluvi di fratellanza universale sono viepiù evaporati, mentre acquistano progressiva concretezza i rigidi criteri selettivi che designeranno il materiale umano ritenuto meritevole di compartecipare a qualche veglione di Capodanno. Che cosa rimembrerà, dunque, il Loreto, della Santa ricorrenza testé trascorsa? Probabilmente soltanto la messa di mezzanotte, ove - in qualche circostanza - le cavernose performance canore di Giampiero ed Enrico sono riuscite ad evocare, più che il Natale del Signore, la Sua prematura deposizione sepolcrale; e, sempre con riferimento alla stessa liturgia, sarà plausibilmente ricordato anche l'incipit della prima lettura (tratta dal libro del profeta Isaia) affidata alla voce di una saura cinofila del luogo: "Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce". Che, letto da una tizia che vaga nella più profonda oscurità comunicativa fin dall'infanzia, non ha mancato di suscitare un po' di ilarità nell'assemblea.
Le proteste degli utenti e i nostri errori
Gli esperti di blog ritengono che non sia del tutto corretto esercitare un'eccessiva discrezione nella moderazione dei commenti. Secondo loro, pur considerando che il proprietario di un blog è responsabile di quanto pubblica, sarebbe opportuno dare riscontro a tutti gli interventi - magari depurandoli dalle trivialità e dalle cattiverie gratuite tipiche di chi si nasconde dietro l'anonimato - escludendo soltanto quelli che non entrano nel merito delle opinioni e non si prestano, pertanto, a riflessioni interessanti: sottrarsi al confronto, alla lunga, può ritorcersi contro il gestore del blog, giacché, come ha fatto rilevare di recente Andrea Scanzi, uno dei nostri blogger più bravi, la Rete ha generato il bizzarro cortocircuito per cui, se ricevi un insulto sul tuo blog o, addirittura, nella bacheca su Facebook e lo rimuovi, passi per censurante e l'accusa, a quel punto, è sempre la solita: "Criticate tanto Berlusconi, ma poi fate lo stesso".
In verità, sia pure in forma non completamente pedissequa, si tratta di una politica che, in qualche circostanza, abbiamo adottato anche noi, giusto per difenderci da accuse specifiche, ma senza concedere agli estensori anonimi l'onore (o presunto tale) della pubblicazione; adesso, quando ritenuto opportuno, la adotteremo in questa rubrica del Sabato, anche se non siamo pienamente convinti della bontà dell'operazione, condizionati, probabilmente, da quanto diceva Platone circa i vantaggi dell'anonimato: qualsiasi onestuomo dotato del potere dell'invisibilità diventerebbe un ladro, proprio perché difficilmente potrebbe essere scoperto.
Ciò premesso, diamo (non sappiamo quanto meritatamente) spazio all'utente Rosaspina (a tutt'oggi ignoriamo chi si nasconda dietro questo nickname), per ribattere alle sue proteste, riferite ai post "Il Sabato sauro del villaggio" del 24/12 u.s. e "Rimpatriate" del 28/12 u.s.
Ella ci accusa, nell'ordine:
1) di non saper fare di conto, avendo noi attribuito ad una signorina del luogo una decorrenza di fidanzamento errata, giacché costei, alla fine dello scorso Dicembre, vantava già sei mesi di legame sentimentale;
2) di rosicare per non essere stati invitati alla rimpatriata cui tale soggetto ha brillantemente partecipato;
3) di aver causato, a furia di battere sempre sugli stessi tasti, un invecchiamento precoce del blog.
Rispondiamo con altrettanto ordine:
1) di non saper fare di conto, avendo noi attribuito ad una signorina del luogo una decorrenza di fidanzamento errata, giacché costei, alla fine dello scorso Dicembre, vantava già sei mesi di legame sentimentale;
2) di rosicare per non essere stati invitati alla rimpatriata cui tale soggetto ha brillantemente partecipato;
3) di aver causato, a furia di battere sempre sugli stessi tasti, un invecchiamento precoce del blog.
Rispondiamo con altrettanto ordine:
1) ammettiamo il nostro errore cronologico, che comunque - sostanzialmente - non cambia i termini della vicenda esistenziale del soggetto femminile di cui trattasi;
2) smentiamo di essere risentiti per il mancato invito alla reunion sopracitata: non ci attendevamo alcuna convocazione, né la stessa - qualora fosse arrivata - avrebbe costituito per noi particolare motivo di gratificazione;
prendiamo tranquillamente atto, invece, della brillante partecipazione della signorina cui si fa riferimento, anche se - personalmente - ci sembra che questo goliardico scintillio strida alquanto con certe sue fisime sociali. A meno che - per limitarci ad un solo esempio - non si voglia ravvisare un miglioramento nel fatto che costei prima guardava le sue giovani coetanee, che avevano avuto la gioia di diventare mamme, con occhi densi di perfida invidia, mentre adesso le osserva con curiosità interessata, perché, in prospettiva, potrebbe diventare anch'ella genitrice. Insomma, non ci sembra che sussistano credibili presupposti per ammantare di brillantezza la semplice partecipazione ad un convivio.
2) smentiamo di essere risentiti per il mancato invito alla reunion sopracitata: non ci attendevamo alcuna convocazione, né la stessa - qualora fosse arrivata - avrebbe costituito per noi particolare motivo di gratificazione;
prendiamo tranquillamente atto, invece, della brillante partecipazione della signorina cui si fa riferimento, anche se - personalmente - ci sembra che questo goliardico scintillio strida alquanto con certe sue fisime sociali. A meno che - per limitarci ad un solo esempio - non si voglia ravvisare un miglioramento nel fatto che costei prima guardava le sue giovani coetanee, che avevano avuto la gioia di diventare mamme, con occhi densi di perfida invidia, mentre adesso le osserva con curiosità interessata, perché, in prospettiva, potrebbe diventare anch'ella genitrice. Insomma, non ci sembra che sussistano credibili presupposti per ammantare di brillantezza la semplice partecipazione ad un convivio.
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