lunedì 26 dicembre 2011

Tristezze natalizie



In questi giorni di festa si sta registrando il solito fisiologico calo di contatti e pertanto, per la giornata odierna, posteremo un po' quel che ci pare senza stare a preoccuparci troppo dell'indice di gradimento

Quale dazio da pagare alle appena trascorse festività natalizie, anche il sottoscritto ha dovuto fatalmente timbrare il cartellino presso un grosso centro commerciale e sacrificare parte dello stipendio agli inevitabili acquisti che la ricorrenza richiede. E, in verità, ci ha parecchio intristito vedere un paio di giovani laureati di nostra conoscenza che - per racimolare un minimo di onorario - si sono adattati a fare i Babbi Natale: non che ci sia nulla di male, per carità, ma in una società correttamente evoluta questi ruoli dovrebbero essere ricoperti dagli studentelli che intendono sbarcare il lunario per comprarsi l'ipod e non da soggetti che, già da tempo, avrebbero meritato di essere inseriti nel mondo del lavoro. Il mesto scenario ci ha riportato alla mente una recente produzione paramusicale di Max Paiella, Marco Presta e Antonello Dose (le fertili menti de Il ruggito del coniglio), che trascriviamo qui di seguito.

Il Babbo Natale del centro commerciale

Un buongiorno interinale:
sono il Babbo Natale
del centro commerciale;
dentro il costume un po' rovinato
ci sta un povero disoccupato
con la barba storta e i baffi spostati
in mezzo agli addobbi illuminati.
Sognavo una bella professione:
ora mi guardo e mi viene il magone!
E' un mestiere molto amaro:
di peggio c'è solo quello dello zampognaro
che si guadagna la minestra
coi soldi lanciati dalla finestra!
E io invece - triste destino -
mi trovo in braccio un ragazzino
e lì cominciano le magagne:
lui me guarda e se mette a piagne'!

Un buongiorno interinale:
sono il Babbo Natale
del centro commerciale;
la cosa più triste che ci sia
è il mio centodieci in ingegneria:
mi sento un po' cretino
a guidare sto slittino!
Era meglio fare il padroncino...

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