sabato 16 giugno 2012

Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno


Facebook e dintorni

Come preannunciato qualche mese addietro, alla fine anch'io ho dovuto crearmi un account Facebook, essendo questa l'unica chiave per accedere a contenuti che, fino a pochi mesi fa, erano regolarmente postati su alcuni blog specifici.
Con l'occasione, ho pensato di corredare la mia bacheca (pubblica) con un'opportuna selezione di quanto già postato su questo blog, giusto per vedere l'effetto che fa (come canterebbe il buon Enzo Jannacci).
Non ho chiesto l'amicizia a nessuno ma l'ho concessa a chiunque ne abbia fatto istanza, anche se due soggetti me l'hanno immediatamente revocata non appena mi sono permesso di ironizzare su di loro. 
Uno ha ritenuto che il post dedicatogli potesse cagionare enormi danni morali alla sua persona, facendolo passare - agli occhi altrui - per un povero ritardato mentale: invece la sua bacheca di Facebook, ricca di foto relative a sederi femminili e sottolineate con uno "gné" (testuale) o di testi (chiamiamoli così) evocanti le "stupende emozioni che solo l'Inter ci può dare", deponevano sicuramente a favore della sua intelligenza; l'altro - sia pur con modi più garbati - mi ha chiesto di rimuovere l'elegante post ironico che lo riguardava e di non farne altri che lo coinvolgessero in prima persona: eppure, prendendo visione del suo "diario" di Facebook, si rileva subito come i post di questo stesso individuo risultino sovente destinatari di commenti oggettivamente molto grezzi. 
Che dire? Se è vero - come affermò lo scrittore francese Maurice Barres - che il senso dell'ironia è una forte garanzia di libertà, non v'è dubbio che diversi soggetti del Loreto sono destinati a morire schiavi.
   

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