Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno
Avevo fatto una promessa di riscontro ad un lettore destrorso, che mi ha inondato di svariate (e, secondo lui, motivate) quanto grevi (e, di conseguenza, impubblicabili) critiche alla struttura e alle finalità di questo blog, e - anche se con qualche settimana di ritardo - la mantengo.
Confido, però, che lo stesso utente si orienti, d'ora in avanti, verso altre letture, non sussistendo fra noi alcuna possibilità d'intesa (fermo restando che ognuno è libero di continuare a pensarla come meglio crede).
Spero, dunque, che gli altri seguaci del blog abbiano la pazienza di seguire sino in fondo l'editoriale sottostante (non so quanto sarà lungo) cui potremmo dare come titolo:
Non sappia la destra...
Un indomito militante dell'ex M.S.I. mi ha contattato per svelarmi, innanzitutto, di aver scoperto che il proprietario di questo blog e il titolare del mio profilo di Facebook sono la stessa persona: evidenzia, al riguardo, di essersene avveduto perché il contenuto di alcuni post è perfettamente coincidente. Mi spiace, a questo punto, di non essere fra i giurati del Premio Nobel per riconoscere i giusti meriti alla sua levatura mentale.
Ciò premesso, preciso che tale utente mi accusa - in sintesi - di scalfire pregiudizialmente, col mio "mirato e ridicolo sarcasmo", il lustro che la destra locale ha acquisito in tanti anni di indefessa difesa della "regginità" e cita, a puro titolo di esempio, il fatto che un artista come Lucio Battisti, indiscutibilmente (sostiene il nostro contestatore) uomo di destra, non ha esitato a tenere clandestinamente il suo ultimo concerto proprio a Reggio Calabria, nella zona dove ora sorge il Parco della Mondialità, per raccogliere fondi a favore degli scioperi pro Reggio capoluogo, esaltando il numeroso pubblico presente con i suoi "boschi di braccia tese". E qui c'è già qualcosa che non torna: la canzone a cui ti riferisci ("La collina dei ciliegi") uscì nel 1974, mentre gli scioperi per Reggio Calabria capoluogo si svolsero fra il 1971 e il 1972. Possibile che la buonanima di Lucio Battisti ritenesse i camerati reggini talmente stimabili da offrirgli questa clamorosa anteprima? Non è neanche il caso di perder tempo su siffatta ipotesi. Quanto al senso del ridicolo, sei sicuro che il mio sarcasmo superi, per goffaggine, il tuo braccio alzato - allo scoccar del suono di un'orrida marcetta - in quel di Piazza Camagna, laddove, sul finir del Luglio scorso, hai partecipato alla rievocazione dei fasti (presunti) del Fronte della Gioventù tramite la mesta celebrazione officiata dal duo artistico Miseferi - Battaglia, che ardisci definire gli eredi naturali di Franco Franchi & Ciccio Ingrassia? Una tale bestemmia laica mi lascia immaginare qualche tuo deficit mentale cui potrebbe porsi riparo, come usavano quelli che ritieni i tuoi antesignani, mediante somministrazione di olio di ricino.
Poi aggiungi di sentirti orgoglioso per esser stato parte attiva in una spedizione punitiva contro l'attore e indimenticabile re degli imitatori Alighiero Noschese, colpevole - nel corso della sua esibizione durante la finale di Miss Italia 1974, tenutasi a Reggio Calabria - di aver imitato Giorgio Almirante: in questa circostanza avresti difeso l'onore della tua appartenenza politica, affrontando Noschese con altri diciassette camerati. Premesso che non capisco cosa ci sia di tanto onorevole nel mettersi in diciotto contro uno, si tratta comunque di una tua versione che, forse presuntuosamente, pensavi non potesse essere smentita (Alighiero Noschese è morto suicida nel 1979, a seguito di un gravissimo esaurimento nervoso). Invece, nell'epoca di Internet, anche i defunti possono ritrovare la voce e io sono in possesso - per pura casualità, beninteso - di un file audio (che posso tranquillamente girarti, in caso di tua incredulità) ove lo stesso Noschese, nel corso di un dibattito radiofonico del 1977, viene provocato da una signora che lo accusa di scarsa democraticità per il suo preconcetto rifiuto di partecipare ai festival del "Secolo" (ossia alle pubbliche feste del M.S.I.), e, parlando proprio della vicenda da te segnalata, l'attore dice testualmente: "Alla terza recita che ho fatto a Reggio Calabria, signora, se non avevo il revolver (probabilmente lo stesso con cui si sarebbe suicidato - N.D.R.) a otto colpi di cui uno in canna, non sarei qui... Erano una fiumana di non fascisti (perché si dice che oggi il fascismo non c'è più), erano... non dico assassini, perché non mi volevano ammazzare... ma mi volevano sbranare ed erano tutti contro di me. Signora, ma che io posso mai andare a fare della satira dove si offendono in questo modo? Almeno quando vado alla Festa dell'Unità, imito Berlinguer e il pubblico ride perché ha il senso dell'autocritica..."
Non avertene a male, quindi, improvvido contestatore, se l'istinto mi porta a propendere per la versione di Alighiero Noschese.
Altra accusa che mi lanci è quella di sminuire la versatile personalità di Peppe Scopelliti (ex sindaco di Reggio Calabria ed ex governatore regionale), il cui eclettismo va ben oltre le sue ragioni politiche, tanto da non essersi fatto scrupoli ideologici nel portare per la prima volta a Reggio Calabria la sinistrorsa cantante Giorgia, che però, peccando di stile, lo ha miseramente contraccambiato concludendo il suo concerto col pugno alzato, vanificando, di fatto, "la proficua sinergia fra due mondi inconciliabili". Personale parere: lasciamo certe iperboli ad eventi che le meritino davvero (penso, a puro titolo di esempio, a quella circostanza verificatasi nella Primavera del 1968, quando, durante la trasmissione radiofonica RAI Gran Varietà, Raimondo Vianello presentò per la prima volta in Italia i Pink Floyd), con buona pace di Peppe Scopelliti e Giorgia.
Concludo considerando che, ai nostri tempi (tu dovresti avere 7 o 8 anni più di me), quando una persona ci stava antipatica, evitavamo semplicemente di parlarle; adesso, invece, quando qualcuno ci sta antipatico, siamo tentati di sommergerlo con parole poco amichevoli su Facebook. Cerchiamo, allora, di ritornare all'antico e di evitarci vicendevoli disturbi.
A non risentirci.
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1 Commenti:
Che dire ? Questi sedicenti militanti di destra non sanno nemmeno di che parlano visto che ormai da anni in Italia non esistono più destra e sinistra ma solo comitati di affari che assumono nomi e colori diversi tanto per far finta di litigare e poi fare insieme e sottobanco gli affaracci propri. Questi personaggi di sconfortante livello culturale e mentale vagheggiano certi ideali a loro stessi sconosciuti spesso solo perchè nostalgici dei moti del 1970 vissuti in prima persona in età adolescenziale o sentiti narrare da padri, zii o fratelli maggiori.
Nulla di strano quindi se sostengono i soggetti impresentabili che il panorama politico reggino ha sfornato a iosa e le loro iniziative e/o posizioni quali che siano senza un minimo di senso critico (per avere il quale si dovrebbe avere un cervello almeno in parte funzionante) nè alcuna percezione del ridicolo o del tragicomico nè tanto meno della veridicità di quanto affermato.
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