sabato 4 luglio 2015

Il Sabato sauro del villaggio, ovvero riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno

 

Cicli

C'è poco da fare: per quanto ci si possa sforzare, magari attingendo copiosamente dalle nostre riserve di ottimismo e fantasia, ci sono cicli destinati a chiudersi e non esiste intraprendenza umana abbastanza energica da riaprirli.
Qualche settimana fa, dovendomi recare dal barbiere per la periodica sistematina d'ordinanza della mia capoccia scarsocrinita, porto meco l'ultima ristampa a colori di Alan Ford e il Gruppo TNT, del glorioso ciclo di Magnus & Bunker, al fine di ammortizzare piacevolmente gli inevitabili tempi di attesa. Giunto il mio turno, appoggio il fumetto sul tavolino messo a disposizione dei clienti e un ragazzetto di 16 - 17 anni, che già aveva allungato gli occhi sui disegni di Magnus (con particolare attenzione, ritengo, per le formose donnine con cui il cartoonist bolognese abbelliva alcune sue tavole), mi chiede se può leggerlo. Ovviamente glielo concedo ma il giovanotto, dopo meno di dieci minuti, ripone il fumetto. A quel punto, non posso fare a meno di domandargli perché non lo abbia gradito. Mi risponde: "E' scritto troppo difficile: pensavo fosse una lettura più leggera". Conseguentemente, non posso evitare di chiedermi di quante parole sia mediamente composto il dizionario di un odierno adolescente: 100? 150? Non più di 200, probabilmente! Ai miei tempi, Alan Ford si leggeva sin dalla scuola media e i dialoghi, anche se sicuramente più ricercati rispetto a quelli generalmente riscontrabili su Topolino, non costituivano sicuramente un insormontabile ostacolo glottologico (in ogni caso, all'epoca era buona abitudine tenere sempre un dizionario a portata di mano).
Nei giorni successivi, mi son chiesto svariate volte se la mia adolescenza sarebbe stata più povera di buonumore al netto delle gesta riferite ai mitici agenti del Gruppo TNT (soprattutto Bob Rock e il conte Oliver), finché Martedì scorso, quasi a confermare l'implacabile scorrere del tempo nonché una certa progressiva e fisiologica archiviazione di quanto ci ha donato, giunge notizia della scomparsa (per vecchiaia) di Paolo Piffarerio, il disegnatore che, succedendo all'inarrivabile Magnus, realizzò quasi un centinaio di numeri della collana di fumetti testé citata e che, comunque, era indirettamente noto a quasi tutti i miei coetanei per il geniale mix fra fotografia e animazione che contraddistingueva alcuni suoi riuscitissimi e famosissimi caroselli, in primis il mitico Gringo della Carne Montana (indimenticabile per chiunque abbia avuto modo di vederlo). E mi è venuto da pensare che, per un adolescente medio di oggi, anche quello storico spot potrebbe essere di difficile fruizione. Il Gruppo TNT, il Gringo della Carne Montana: tutti cicli quasi irrimediabilmente chiusi e virtualmente aperti soltanto nel cuore di chi ha avuto la fortuna di viverli in prima persona.

 

      

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