sabato 24 settembre 2011

Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno


Il popolo sauro (ma anche buona parte di quello non sauro) ci ha chiesto quale sia il nostro pensiero circa l'avvicendamento parrocchiale che si è ufficialmente consumato poco dopo le h 18,00 della scorsa Domenica.
In verità, non ci siamo ancora formati un'opinione ben precisa, né sarebbe stato corretto farlo: riteniamo, infatti, che - salvo casi straordinari - nessuna persona possa essere valutata dopo il primo impatto.
Pensate, giusto per rifarci all'esempio più banale, a quanti soggetti umani - nel corso della nostra esistenza - abbiamo istintivamente concesso un consistente credito di simpatia, per poi ripudiarli non appena qualche causa scatenante ci ha diversamente illuminato sul loro conto, e a quante volte, invece, è successo l'esatto contrario.
Ci limitiamo a dire, pertanto, che il nuovo parroco (con cui abbiamo avuto un fugace contatto soltanto due giorni addietro) ha tenuto, al termine della celebrazione, un discorso di insediamento abbastanza condivisibile, ma il nostro pragmatismo ci suggerisce di non considerare, quale parametro di riferimento, quanto si enuncia allorquando ci si trovi sotto la luce dei riflettori: chi di noi, infatti, in analoga circostanza, non terrebbe a fare bella figura? Riteniamo che, come sempre avviene nella vita, soltanto la routine quotidiana potrà fornirci più valide illuminazioni.
Abbiamo molto apprezzato, comunque, il ringraziamento che il novello parroco ha riservato al suo predecessore e al vice di quest'ultimo (applauditissimo), che gli ha preparato il terreno, coordinando tutta la celebrazione, alla quale - per intuibili motivi - non ha personalmente assistito. Siamo stati abbastanza soddisfatti, altresì, che all'animazione liturgica non abbiano partecipato spocchiosi presidenti di Azione Cattolica e/o relativi consorti e/o ambigue e scostanti saure cinofile, sicché ci si è potuti giovare della ben più confortante presenza dello scout Ciccio V. (prossimo ad entrare in seminario), Antonino (nostro recente e apprezzato lettore) e di altri soggetti che, quantomeno, possono vantare un minimo di credibilità. Speriamo soltanto, come già auspicato in un recente post, che certi personaggi non tentino di riappropriarsi appieno di quelle posizioni da cui l'uscente viceparroco li aveva opportunamente (e saggiamente) in parte esautorati.
E allora, per concludere, formuliamo al nuovo parroco i migliori auguri affinché il suo mandato novennale (se non andiamo errati), sia foriero dei migliori benefici spirituali per sé e per il territorio che ricadrà sotto la sua cura pastorale.

P.S. - Il post doveva concludersi al capoverso precedente, ma ci siamo accorti che - contrariamente alla filosofia del blog - abbiamo indugiato su tematiche eccessivamente seriose. E allora, qui di seguito, vi proponiamo una convergenza artistica dedicata proprio al nostro nuovo parroco: quanti di voi hanno notato la sua rilevante somiglianza con l'attore Neri Marcoré?


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