Il Sabato sauro del villaggio - Riflessioni su quel che ci accade a nostra insaputa o meno
Le proteste (o i pretesti?) degli utenti
I lettori che seguono fedelmente le vicissitudini di questo modesto blog, sanno già che il proprietario del medesimo è periodicamente perseguitato da una commentatrice anonima che, probabilmente, lo ha ormai identificato come il male assoluto: anzi, nel suo ultimo intervento (che non pubblichiamo proprio perché l'autrice - sempre ammesso che sia soltanto una donna, giacché lo stile del messaggio lascia intuire una stesura bisex - preferisce nascondersi dietro un nome favolistico), ci pone dieci domande e attribuisce alle nostre risposte una valenza risolutiva affinché i lettori possano valutare compiutamente la nostra onestà intellettuale (manco fossero le famose dieci domande di Repubblica al penultimo Presidente del Consiglio).
Personalmente, gradiremmo un confronto faccia a faccia, comunque - avendo un po' di tempo disponibile - non abbiamo alcuna difficoltà a rispondere ai suoi quesiti, trascurando soltanto quelli a cui abbiamo già ampiamente ribattuto in post precedenti (se li vada a rileggere).
L'accusa di fondo è sempre quella: l'utilizzo del blog per arrecare - mediante un distorto uso della satira e dell'ironia - seri danni d'immagine a una coppia formata da due soggetti che, prima di sublimarsi nel reciproco amore, hanno tanto sofferto per l'incomprensione altrui. Premesso che ha sofferto pure chi ha cercato di comprenderli (specialmente se sprovvisto del diploma di assistente sociale), riconfermiamo il nostro generale orientamento: la satira, per essere efficace, non deve guardare in faccia nessuno e, personalmente, ravvisiamo soltanto tre limiti al libero esercizio del sarcasmo. Cerchiamo di elencarli succintamente qui di seguito:
1) Interventi che possano essere invasivi della privacy altrui, qualora si faccia inelegante riferimento a dati sensibili (come le malattie) oppure a stati e/o fatti noti soltanto a pochi intimi: non è il caso, pertanto, di un fidanzamento ufficiale;
2) Interventi che possano causare il malessere fisico dei soggetti esplicitamente presi di mira: non rispondiamo, pertanto, dei disagi accusati da quei soggetti paranoici che si identificano nei generici bersagli del nostro sarcasmo, perché è un problema loro e non nostro;
3) Interventi che possano prestarsi a strumentalizzazioni di parte: i lettori abituali avranno sicuramente notato, per esempio, che ci siamo sempre astenuti da battute sulla gestione clericale della parrocchia (sia quella attuale che quelle passate), proprio per non offrire assist ad alcuna delle locali fazioni.
Orbene, nel rispetto dei parametri sopraesposti, come può un’onesta satira locale prescindere da un fidanzamento che – per clamore territoriale – è parificabile ad un connubio amoroso fra Silvio Berlusconi e Rosy Bindi? Anzi, diremo di più: si tratta di un legame che è stato sfruttato davvero poco in rapporto all'intrinseco potenziale ironico. Se ci pensi bene, il materiale fornito da questi due soggetti sarebbe più che sufficiente – da solo! - per mandare avanti il blog un altro paio d’anni: tuttavia, in ossequio ai limiti autodisciplinari che ci siamo posti, i nostri interventi sono abbastanza contenuti. Siamo più che sicuri, però, che gli sceneggiatori inglesi degli anni ’80 ne avrebbero tratto una sit-com capace di rinverdire i fasti di serie televisive come Tre cuori in affitto o George & Mildred.
Rifiutiamo, inoltre, di essere accomunati a quanti, in virtù delle (presunte) contrapposte caratteristiche peculiari dei due soggetti, percepiscono la loro relazione come uno scandalo al sole. Noi la declasseremmo, molto più modestamente, a uno scandalo al suolo: uno dei tanti che il sagrato del Loreto ha dovuto registrare nella sua lunga storia. Il vero scandalo, a nostro modesto avviso, consiste nel fatto che un po' tutti siamo - giustamente - pronti ad indignarci per i falsi invalidi, mentre troppo spesso manifestiamo un'immeritata tolleranza verso i falsi validi, ossia coloro che si creano un'aura di rispettabilità professando i più sani principi ma poi, alla luce dei fatti, sono pronti a negoziarli per il loro personale tornaconto, rivelando (ed è questa la cosa più repellente) che gli strali a carattere morale sovente scagliati contro i soggetti in odor di peccato, trovavano il loro fondamento non nell'impronta etica data alla propria vita, ma nell'impossibilità di consumare le stesse trasgressioni.
Non vediamo, poi, perché dovremmo astenerci da altri post riguardanti la coppia di cui trattasi: quando loro ci incrociano, non esitano ad abbandonarsi a sonore (e forzate) risate, nel tentativo di umiliarci o di sminuirci (tentativo patetico, peraltro, perché si sa bene su quali bocche abbondi il riso); noi, invece, quando lavoriamo sul blog, ci abbandoniamo alla nostra vena ironica (e, magari, qualcuno dei nostri lettori ride pure di gusto). Insomma, ognuno si diverte come può. Forse, come sostieni tu, un giorno ci sveglieremo dalla nostra ipnosi da web e prenderemo coscienza di essere soltanto dei poveri cretini. Tuttavia, pur coi nostri eventuali limiti mentali, abbiamo la presunzione di affermare che se quei due spariranno definitivamente dal Loreto non vi sarà nessuno che ne evocherà la presenza, mentre, quando questo blog non esisterà più, qualcuno ne sarà dispiaciuto. E, personalmente, preferiamo essere dei cretini rimpianti anziché dei cretini ordinari.
1) Interventi che possano essere invasivi della privacy altrui, qualora si faccia inelegante riferimento a dati sensibili (come le malattie) oppure a stati e/o fatti noti soltanto a pochi intimi: non è il caso, pertanto, di un fidanzamento ufficiale;
3) Interventi che possano prestarsi a strumentalizzazioni di parte: i lettori abituali avranno sicuramente notato, per esempio, che ci siamo sempre astenuti da battute sulla gestione clericale della parrocchia (sia quella attuale che quelle passate), proprio per non offrire assist ad alcuna delle locali fazioni.
Orbene, nel rispetto dei parametri sopraesposti, come può un’onesta satira locale prescindere da un fidanzamento che – per clamore territoriale – è parificabile ad un connubio amoroso fra Silvio Berlusconi e Rosy Bindi? Anzi, diremo di più: si tratta di un legame che è stato sfruttato davvero poco in rapporto all'intrinseco potenziale ironico. Se ci pensi bene, il materiale fornito da questi due soggetti sarebbe più che sufficiente – da solo! - per mandare avanti il blog un altro paio d’anni: tuttavia, in ossequio ai limiti autodisciplinari che ci siamo posti, i nostri interventi sono abbastanza contenuti. Siamo più che sicuri, però, che gli sceneggiatori inglesi degli anni ’80 ne avrebbero tratto una sit-com capace di rinverdire i fasti di serie televisive come Tre cuori in affitto o George & Mildred.
Rifiutiamo, inoltre, di essere accomunati a quanti, in virtù delle (presunte) contrapposte caratteristiche peculiari dei due soggetti, percepiscono la loro relazione come uno scandalo al sole. Noi la declasseremmo, molto più modestamente, a uno scandalo al suolo: uno dei tanti che il sagrato del Loreto ha dovuto registrare nella sua lunga storia. Il vero scandalo, a nostro modesto avviso, consiste nel fatto che un po' tutti siamo - giustamente - pronti ad indignarci per i falsi invalidi, mentre troppo spesso manifestiamo un'immeritata tolleranza verso i falsi validi, ossia coloro che si creano un'aura di rispettabilità professando i più sani principi ma poi, alla luce dei fatti, sono pronti a negoziarli per il loro personale tornaconto, rivelando (ed è questa la cosa più repellente) che gli strali a carattere morale sovente scagliati contro i soggetti in odor di peccato, trovavano il loro fondamento non nell'impronta etica data alla propria vita, ma nell'impossibilità di consumare le stesse trasgressioni.
Non vediamo, poi, perché dovremmo astenerci da altri post riguardanti la coppia di cui trattasi: quando loro ci incrociano, non esitano ad abbandonarsi a sonore (e forzate) risate, nel tentativo di umiliarci o di sminuirci (tentativo patetico, peraltro, perché si sa bene su quali bocche abbondi il riso); noi, invece, quando lavoriamo sul blog, ci abbandoniamo alla nostra vena ironica (e, magari, qualcuno dei nostri lettori ride pure di gusto). Insomma, ognuno si diverte come può. Forse, come sostieni tu, un giorno ci sveglieremo dalla nostra ipnosi da web e prenderemo coscienza di essere soltanto dei poveri cretini. Tuttavia, pur coi nostri eventuali limiti mentali, abbiamo la presunzione di affermare che se quei due spariranno definitivamente dal Loreto non vi sarà nessuno che ne evocherà la presenza, mentre, quando questo blog non esisterà più, qualcuno ne sarà dispiaciuto. E, personalmente, preferiamo essere dei cretini rimpianti anziché dei cretini ordinari.
Il sondaggio della settimana
Avendo casualmente appreso che Roberto (v. foto sopra), per sue personali convenienze economiche oppure per altre esigenze a noi ignote, non disdegna di farsi sistemare i capelli da un parrucchiere per signora, sicché in quel dato salone si viene a realizzare la scena (non sappiamo quanto rassicurante) di un dioscuro che si staglia in mezzo a un nugolo di donne, abbiamo chiesto a parecchi elementi femminili del Loreto se condividerebbero una permanenza dal parrucchiere con Roberto (che le osserverebbe con ficcante curiosità mentre sono sotto il casco o con i bigodini in testa, ecc.) oppure se cotanta presenza le imbarazzerebbe. Il 92% delle interessate ha ammesso che si troverebbe a disagio.
Etichette: Il Sabato sauro del villaggio
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page