Vintage sauro (o, se preferite, tappabuchi estivo) - Ricordando il porco di Vincenzo (inteso come il maiale di sua proprietà)
Per un certo periodo, Vincenzo fu ossessionato dai rimorsi per aver personalmente contribuito (almeno così sosteneva) alla macellazione di un maiale in periodo natalizio. Con la verseggiatura che segue, ci proponemmo quali indegni cantori dei suoi tormenti dell'epoca.
Ricorderete certo quel maiale
che Vincenzo (con qualche esitazione)
ebbe a scannare in tempo di Natale,
finalizzandolo all’apposito cenone.
Ricorderete poi che - sottovoce -
l’invito ei rivolse a quel suino
di farsi pure il segno della croce
pria d’affrontare il suo mortal destino.
Ricorderete infine quel commento
con cui Vincenzo chiuse il suo racconto:
che il porco si mangia al cento per cento
e chi lo macella ha lauto tornaconto.
Trascorso appena un lustro dal decesso,
il porco esige or la sua vendetta
e chi lo uccise (pur se un po’ perplesso)
può ritrovarsi fra la gente infetta
da quella che l’odierna medicina,
vedendo quanto può costare cara,
senza indugio battezzò “peste suina”:
chi la contrae si candida alla bara!
che Vincenzo (con qualche esitazione)
ebbe a scannare in tempo di Natale,
finalizzandolo all’apposito cenone.
Ricorderete poi che - sottovoce -
l’invito ei rivolse a quel suino
di farsi pure il segno della croce
pria d’affrontare il suo mortal destino.
Ricorderete infine quel commento
con cui Vincenzo chiuse il suo racconto:
che il porco si mangia al cento per cento
e chi lo macella ha lauto tornaconto.
Trascorso appena un lustro dal decesso,
il porco esige or la sua vendetta
e chi lo uccise (pur se un po’ perplesso)
può ritrovarsi fra la gente infetta
da quella che l’odierna medicina,
vedendo quanto può costare cara,
senza indugio battezzò “peste suina”:
chi la contrae si candida alla bara!
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