domenica 13 novembre 2011

La storia siamo noi?



Non fosse stato per Francia, Germania, America, BCE e chi più ne ha più ne metta, chissà quando ci saremmo liberati del dittatore mediatico e della sua corte di giullari che hanno portato l'Italia sull'orlo del totale dissesto politico, economico e sociale; senza contare che il mancato completamento della loro tragica impresa si deve soltanto al fatto che - almeno al momento e non si sa per quanto ancora - i risparmi dei privati sono superiori al debito pubblico.
Alla fine, comunque, quel che conta è che da oggi siamo tutti più liberi: anche quelli che non hanno sufficiente materia grigia per capirlo.
Ora, però, è giunto il momento di riattivare la coscienza e di reclamare una seria modifica della legge elettorale, affinché siano i votanti e non le liste precompilate dai partiti a decidere quali candidati meritino di ascendere al soglio parlamentare, così come è il caso di pretendere che gli aspiranti deputati e senatori rendano pubblici i loro curricola, compresi quelli penali ovviamente.
A nostro modesto parere, inoltre, si ravvisa l'opportunità di non concedere più alcuna preferenza sia a quegli elementi dell'uscente opposizione che, in realtà, si sono dimostrati più che contigui alla maggioranza (vedi D'Alema), sia a quei soggetti (in primis Dini e Mastella e tutti gli individui ad essi riconducibili) che negli ultimi anni hanno cambiato più schieramenti parlamentari che mutande.
A corredo dell'evento, ardiamo proporre due bei pezzi di Stefano Rosso, un cantautore che - quasi alla pari di Rino Gaetano - era in anticipo di almeno trent'anni sugli eventi. La prima canzone si spiega fin dal titolo: Libertà... e scusate se e poco; la seconda si intitola Colpo di stato ed evidenzia la necessità di vigilare sempre sulla libertà medesima, altrimenti ci si ritrova nuovamente schiavi delle varianti oppiacee che i governanti son spesso tentati di rifilare al popolo. 



I filmati soprastanti sono stati estratti da YouTube

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