Fra le (poche?) cose buone di Internet, c'è il contributo allo smantellamento di mitici avvenimenti locali tramandati tramite passaparola generazionali, in quanto tutto ciò di cui la rete non serba traccia si considera, convenzionalmente, mai avvenuto. Nell'ambito reggino, per esempio, era abbastanza consolidata la leggenda dell'ultimo concerto in assoluto - ma mai ufficializzato - tenuto in loco nell'ormai lontano 1971 da Lucio Battisti. Quest'ultimo, che sicuramente rientra nel novero dei massimi esponenti della nostra musica leggera, veniva accreditato, sin dalla fine degli anni '60, di simpatie destrorse (che forse, più che a lui, erano riconducibili a Mogol, il suo autore fiume), le quali - secondo i più convinti assertori di questa tesi - erano state definitivamente sdoganate nel 1973 con "La collina dei ciliegi ("Planando sopra boschi di braccia tese"). Ebbene, prima della massificata diffusione di Internet (databile, più o meno, ai primi anni del nuovo millennio), sporadicamente ricicciava la voce secondo cui, nel turbolento periodo dei moti di Reggio Calabria (1970/1971) scatenati dall'attribuzione del capoluogo regionale a Catanzaro, alcuni esponenti locali del fu Movimento Sociale Italiano, di raccordo coi loro dirigenti centrali, riuscirono a contattare Lucio Battisti, che, spesato soltanto di vitto e alloggio, accettò di tenere gratuitamente un concerto clandestino in zona Gallico, laddove ora sorge il Parco della Mondialità, al fine di raccogliere fondi a favore della rivolta. Pur non esistendo alcun documento ufficiale dell'evento, pochi sono stati i militanti destrorsi locali a dubitare della veridicità del medesimo, tanto che, quando nel 1998 il buon Battisti ci lasciò prematuramente, la sezione reggina del Movimento Sociale Italiano riempì la città di necrologi per omaggiare il proprio "camerata" (sic!) e, in qualcuno di questi, c'erano velati riferimenti al presunto concerto. Ricordo anche che nel mio quartiere (zona Loreto), un simpatizzante dell'allora PDS (peraltro già avviato all'ennesima imminente trasformazione), in preda a furia incontrollata strappò tutti i necrologi e ne fece carta straccia. Fortunatamente, il fatto avvenne al di fuori della portata visiva di chi aveva commissionato gli annunci funebri, altrimenti non so come sarebbe finita.
Qualche giorno fa, per motivi di lavoro, ho avuto a che fare con un pensionato classe 1950, il quale, platealmente nostalgico di tempi mai vissuti e insoddisfatto di quelli attuali, nonostante l'ascesa al governo della compagine che meglio riflette le sue idee, manifestava palese insofferenza allo squillo di un cellulare con suoneria impostata sull'ultimo successo di Tananai & Annalisa. Gli ho fatto osservare che non era il caso di prendersela tanto, perché tempi e gusti musicali cambiano, ma lui ha replicato che una città che era stata in grado di convincere Lucio Battisti a tenere il suo ultimo concerto - e lui ne era stato testimone! -, non poteva assecondare certe mediocrità musicali. Poiché il soggetto mi sembrava mentalmente lucido, mi sono preso un paio di minuti per fargli qualche domanda sull'argomento e, alla fine, sono arrivato alla conclusione che nel 1971 un'esibizione c'è realmente stata ma non si è trattato di un concerto vero e proprio, perché l'artista (o presunto tale) disponeva soltanto di una chitarra e di un rudimentale impianto di amplificazione. Considerando che il vero Lucio Battisti ben difficilmente si sarebbe prestato a simile operazione, ritengo molto probabile che qualcuno si sia o sia stato spacciato per lui. E da tale riflessione è nato l'input per far riemergere dalla memoria lontanissimi ricordi di quando ero bambino, a passeggio per la villa comunale con i miei genitori, e ho rammentato il nostro simultaneo spontaneo complice sorriso quando, ogni tanto, ci capitava di incrociare un giovanotto con la chitarra a tracolla che sembrava la volenterosa copia di Lucio Battisti. Scommetterei una bella cifra che il protagonista di quel fantomatico concerto è stato proprio lui ma non mi sarà facile soddisfare questa curiosità perché non lo vedo più dai tempi della scuola media e non ho alcuna idea della fine che possa aver fatto. Comunque, se la mia ipotesi è corretta, il fu Movimento Sociale Italiano aveva furbamente turlupinato i propri sostenitori e mi viene istintivo pensare che i suoi nipotini di Fratelli d'Italia (o Parenti d'Italia, che dir si voglia) si sono proficuamente incuneati nel solco di questa tradizione, spacciando al loro elettorato certe recenti misure governative per sicuri successi che, alla lunga (ma anche nel breve periodo, come nel caso del centro di detenzione albanese), non si riveleranno tali.
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