Nell'arco di un paio di sere, sono stato testimone di due scene che avrebbero suscitato la sicura riprovazione del generale Vannacci: ho visto un rider italiano recapitare la cena, a base di pizza, una volta a una famiglia filippina (quantomeno di origine) e una volta a una famiglia africana (quantomeno di origine). Ossia, a nuclei familiari che, pur in una città complicata come Reggio Calabria, sono riusciti ad avviare attività o a inserirsi in circuiti lavorativi che hanno garantito loro una certa stabilità economica, che, al momento, non sembra possa essere appannaggio dei precari ciclofattorini autoctoni. Personalmente, mi è venuto da pensare che, alla fine:
1) faremmo meglio a essere tutti fratelli, vivendo nel rispetto reciproco;
2) il fatto che il predetto generale Vannacci abbia gli stessi tratti somatici di Ahmed Ben Bella, primo presidente algerino, è più una lezione di vita che una semplice casualità.
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